La Valdichiana senese cucina e noi si lecca il tegame?

. Inserito in #madecheseragiona

La Valdichiana Senese è candidata a Capitale italiana della cultura 2026. È la prima volta che una Unione dei Comuni viene inserita tra i finalisti. Non so se il percorso arriverà al traguardo ma non è quello che mi interessa.

Mi interessa invece un’altra cosa: perché la Valdichiana senese SI e la Valdichiana aretina NO?
Dovremo fare tutti un bagno di umiltà, perché non bastano i numeri sulle presenze turistiche, spesso ciancicati a caso, per costruire un sistema proiettato nel futuro. Così come non bastano le comparsate di personaggi famosi per diventare migliori.

Il modello della Valdichiana Senese si chiama “FARE SISTEMA”. Mettere insieme le risorse del territorio, al di là dei confini amministrativi. Da noi questo sembra un tabù. Magari si vanno a ricercare improbabili rapporti culturali ed economici a centinaia di chilometri e ci si dimentica di quello che abbiamo intorno.

In altri tempi, quando contava la forza dei singoli amministratori, eravamo noi, Valdichiana aretina, la locomotiva. Oggi, nonostante il grande impegno di imprenditori e aziende, il sistema istituzionale da locomotiva si è trasformato in vagone letto.

È assenza di visione? È mancanza di politica? Quella vera, non le stupidaggini che si sentono in giro. È pigrizia mentale? Chi lo sa. Io so soltanto che dalle nostre parti ognuno va per conto suo e s’accontenta, altri, con maggior profitto, fanno gioco di squadra e corrono per vincere.

Tags: Capitale della Cultura Valdichiana senese

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.