Giornate FAI, ad Arezzo aperti Palazzo Pretorio e Palazzo Camaiani Albergotti. Lucignano mostra il Chiostro di San Francesco e la Fortezza Medicea

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Giornate FAI di primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Raccontare l’Italia è il primo passo per tutelarla e valorizzarla. Arezzo: a Lucignano il Chiostro di San Francesco e la Fortezza Medicea, in città Palazzo Pretorio e Palazzo Camaiani Albergotti

Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi più importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Un’esclusiva opportunità di scoprire un’Italia meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi città ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese. Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato. È questa la missione del FAI: “curare il patrimonio raccontandolo”, a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante l’anno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono. Un racconto corale e concreto che si fonda sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale con un unico obiettivo: conoscere e riconoscere il valore del patrimonio italiano per tutelarlo con il contributo di tutti, perché appartiene a tutti.

Le parole del Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano Marco Magnifico in occasione della XXXII edizione delle Giornate FAI di Primavera: “Raccontare il patrimonio culturale per educare la collettività a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza ad una impressionante struttura di volontariato - le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicità e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne è ora aggiunto un altro: quello della fisicità e del ruolo che essa ha per un vero apprendimento.”

Ecco alcune delle aperture più interessanti in Toscana:

FIRENZE
Palazzo Marucelli Fenzi
Palazzo Marucelli Fenzi sorge su via San Gallo, strada di collegamento fra il borgo di San Lorenzo e porta San Gallo, nell’area scelta dalle più importanti famiglie fiorentine del XV secolo per celebrare le proprie glorie attraverso magnifici palazzi; prima fra tutte, quella dei Medici. La sua costruzione – con l’ampia facciata ‘alla fiorentina', dove l'intonaco si alterna a elementi architettonici e decorativi in pietra serena - risale agli Trenta del ‘600, su commissione della famiglia Castelli e progetto dell’architetto Gherardo Silvani. Alla metà del XVII secolo il palazzo passò nelle mani dei Marucelli che lo ampliarono, dotandolo inoltre della famosa biblioteca la cui ala fu progettata da Alessandro Dori. Con la morte dell'ultimo erede il palazzo andò prima ai Brunaccini e poi al famoso imprenditore Emanuele Fenzi che lo dotò di un salone per feste e di una scala monumentale. Lo stemma della casata dei Fenzi ricorda l'inaugurazione della tratta ferroviaria Firenze-Livorno, della quale furono i principali finanziatori. Dal 1971 il palazzo è di proprietà dell'Università di Firenze. Ai visitatori verrà proposto un percorso di visita che si svilupperà dagli appartamenti monumentali del piano terreno, con la Sala d'Ercole, la Sala della Giovinezza al bivio e quella dell'Amore punito, con i sublimi affreschi di Sebastiano Ricci e gli stucchi di Giovanni Baratta – vera primizia del nascente stile rococò - fino a raggiungere il piano nobile tramite lo scalone monumentale per accedere alla sala da ballo, oggi aula Magna del Dipartimento SAGAS. Seppur il palazzo e alcuni degli ambienti siano regolarmente visitabili su richiesta, alcune stanze risultano inaccessibili ai visitatori in quanto adibiti a luoghi di studio e uffici.

MONTELUPO FIORENTINO (FI)
Archivio Museo Fondazione Vittoriano Bitossi
In occasione delle Giornate FAI, si potrà visitare l'Archivio Museo Bitossi, nella storica sede della manifattura fondata da Guido Bitossi nel 1921 a Montelupo Fiorentino, paese di antica tradizione ceramica. La famiglia Bitossi, dalla seconda metà del Quattrocento, opera nel settore ceramico e dai primi decenni del Novecento introduce nella produzione uno straordinario rinnovamento stilistico e formale, ampiamente comprovato da circa settemila ceramiche inventariate e catalogate, forme in gesso e attrezzature, documenti cartacei amministrativi, societari e altri relativi alla produzione, come i preziosi quaderni clienti, disegni e progetti, cataloghi e fotografie. L'Archivio Bitossi, curato dalla Fondazione Vittoriano Bitossi, è stato segnalato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana ed è associato a Museimpresa. L'allestimento espositivo copre una superficie di oltre 1500 metri quadrati; le ceramiche, collocate in ordine crono-tipologico su cinquecento metri lineari di scaffalature di abete, costituiscono il racconto materiale della storia di Bitossi. Vi si narra l'evoluzione della produzione, che si manifesta dirompente a partire dai primi anni Cinquanta, sotto la direzione artistica di Aldo Londi, e conserva inoltre una ricca collezione di opere ceramiche ideate da artisti del calibro di Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, Matteo Thun, e prodotte dalla fornace. L'Archivio Museo Bitossi è normalmente aperto al pubblico su appuntamento da lunedì a venerdì. La sua attività non si limita all'impegno archivistico, ma offre assistenza e consulenza a studiosi, studenti, ricercatori e collezionisti. Collabora a iniziative culturali promosse da enti e istituzioni pubbliche e private internazionali.

LUCIGNANO (AR)
Fortezza Medicea e Chiostro di San Francesco

Lucignano è un piccolo borgo della Toscana meridionale che rappresenta uno degli esempi più straordinari di urbanistica medioevale per il suo impianto a forma ellittica ad anelli viari concentrici pervenutoci intatto dai secoli. È ubicato in un luogo strategico, sulla sommità di un colle dominante la Valdichiana, in un punto fondamentale per il controllo di uno storico percorso di collegamento fra le città di Siena ed Arezzo e questo l’ha reso strategicamente importante fin dall’antichità. Chiusi per lungo tempo e sottoposti a un restauro appena concluso, la Fortezza Medicea e il Chiostro di San Francesco riaprono al pubblico con le Giornate FAI di Primavera. La Fortezza Medicea sorge isolata dal paese; fu iniziata dai senesi e proseguita dai fiorentini dopo la vittoria nella battaglia di Scannagallo (1554) che segnò il punto di svolta nella guerra di Siena a favore di Firenze. È formata da due bastioni non uguali rivolti verso Siena e uniti da una cortina al centro della quale si apre la porta principale chiamata “Reale”. La costruzione rimase incompiuta dopo la definitiva resa della Repubblica di Siena al nemico nel 1558. In seguito, la Fortezza cadde in una progressiva decadenza e nel 1778 fu venduta e trasformata in casa colonica con annessi edifici rurali. I torrini sui due bastioni sono ciò che è rimasto di due mulini a vento fatti costruire dalla famiglia Griffoli intorno al 1820. Il Chiostro di San Francesco era parte del convento collegato alla chiesa gotica francescana, fondata secondo la tradizione nel 1248 e insieme a quella di Cortona tra i primi e più significativi esempi del passaggio dei francescani dalla fase di mendicanti ad una più stabile, che vide appunto la costruzione di chiese e cenobi. Soppresso il convento e dunque cessata la funzione religiosa, il chiostro fu utilizzato come zona di lavoro collegata alla adiacente scuola di tessitura femminile, oggi scuola primaria. Scandito da una successione ininterrotta di volte a crociera, impostate su colonne in pietra con capitello composito, il chiostro conserva al centro una cisterna.

RADICONDOLI (SI)
Riserva naturale di Cornocchia
A 40 km a sud-ovest di Siena, la Riserva Naturale di Cornocchia comprende un'importante Centro di Selezione Equestre gestito dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Siena, destinato alla salvaguardia e tutela della biodiversità con particolare riferimento alle razze in via di estinzione: il Cavallino di Monterufoli, oggetto di un programma di conservazione di interesse nazionale, e l'Asino grigio sorcino dell'Amiata. La costruzione del borgo di Cornocchia risale al Seicento, ma la chiesa è citata già nel Trecento. Molti dei terreni oggi compresi nelle Riserva facevano parte delle tenute che in passato e per lungo tempo erano appartenute ad antiche famiglie nobiliari; l’acquisto di questi terreni negli anni Sessanta da parte dello Stato ha cambiato il ruolo di queste foreste che da risorsa prevalentemente economica sono divenute risorsa naturale. Anche gli aspetti paesaggistici della zona sono di grande interesse. La Riserva è situata infatti nel bacino idrografico del Fiume Feccia, a un’altitudine compresa tra 320 e 530 metri, e la sua base geologica è dominata dalle formazioni neoautoctone costituite da sedimenti lacustri e marini accumulati all'interno del bacino di Radicondoli, uno dei bacini miocenici più importanti della Toscana meridionale. In occasione delle Giornate FAI si potranno conoscere i cavallini di Monterufoli, sono animali intelligenti, docili e resistenti, molto adatti a territori impervi. I Carabinieri per la Biodiversità li addestrano per manifestazioni, come il “battesimo della sella” e attività dimostrative. Sono previste inoltre visite alla villa, alla cappella e una passeggiata naturalistica di circa un kilometro nel bosco ricco di avifauna.

LIVORNO
Azienda Kayser
L'azienda Kayser Italia s.r.l. sorge in una zona di campagna a circa 12 km dal centro di Livorno. L'edificio venne costruito nel 1965 come sede dell'azienda BARCAS s.a.s. - Confezioni per signora e dai primi anni 2000 la Kayser Italia ne ha rilevato la proprietà, ristrutturando l'immobile e stabilendovi la propria sede. Dal 1986 l’azienda si occupa di progettazione, produzione, collaudo e assistenza di sistemi per la ricerca aerospaziale, sistemi e sottosistemi satellitari, sistemi avionici per la difesa. Kayser Italia è inoltre leader a livello europeo nello sviluppo di apparati elettrici/elettronici e meccanici per attività di ricerca e sperimentazione in campo aerospaziale, e nello sviluppo di equipaggiamenti e payload per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e per sistemi satellitari. A oggi, ha partecipato a più di 65 missioni spaziali con oltre 100 payloads sviluppati, tutti completati con pieno successo. Il suo staff è composto da 60 tecnici specializzati, con esperienza in elettronica, aeronautica, meccanica, termodinamica, fisica, informatica, ottica, biologia molecolare e biotecnologie, il cui talento ha consentito la partecipazione dell'azienda a molti programmi dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I payload sviluppati da Kayser Italia hanno volato sulle capsule russe Bion, Foton, Progress e Soyuz, sul sistema di trasporto Shuttle (STS), sul modulo HTV giapponese, sulla Shenzhou-8 cinese, sul modulo ATV europeo e sulla ISS. L'azienda è attiva anche nel settore della difesa, in attività di progettazione, sviluppo e produzione di avionica. Normalmente non visitabile, la sede si potrà visitare eccezionalmente durante le Giornate FAI di Primavera.

BAGNI DI LUCCA
Laboratorio Arte Barsanti: storie dei figurinai e delle figurine in gesso – ingresso riservato agli iscritti FAI
La Valle del Serchio e in particolare la boscosa Valle della Lima a Bagni di Lucca sono note ormai da secoli per la produzione artigianale delle figurine del Presepe. La comparsa dei “figurinai” risale al 1500 quando gli “stucchini”, che realizzavano decorazioni in stucco per i palazzi signorili, iniziarono a riprodurre statue sacre e profane dei grandi maestri del Rinascimento italiano con il materiale eccedente dal loro lavoro. Nel 1800 si passò poi all’utilizzo del gesso che, di basso costo, permise un'ampia diffusione della produzione, rendendola accessibile anche alle classi sociali meno abbienti. In esclusiva per gli iscritti FAI sarà possibile visitare il laboratorio artigianale della ditta “Arte Barsanti”, fondata nel 1900 da Carmelo Barsanti che per primo avviò a Bagni di Lucca la produzione di statue in gesso alabastrino. Questo piccolo stabilimento è l'unico in cui ancora oggi vengono utilizzate le tecniche di lavorazione tradizionali, derivanti dalla più celebre metodologia “a cera persa”, e che conserva l'aspetto di bottega artigianale di inizio Novecento. Tra gli altri, hanno posseduto esemplari della produzione “Arte Barsanti” anche Papa Giovanni Paolo II e la Regina Madre Elisabetta d'Inghilterra. Oltre a visitare il laboratorio insieme all'artigiano Simone Fiori, gli iscritti FAI avranno inoltre la possibilità di ammirare un repertorio di oggetti storici e documenti che documentano la grandissima diffusione di questi prodotti nel mondo.

AREZZO
Palazzi storici al servizio dei cittadini
L’itinerario di Giornate FAI ad Arezzo, prevede l’apertura di alcuni palazzi storici di pregio. Come Palazzo Pretorio, attuale sede della Biblioteca Città di Arezzo, nato dall'accorpamento di palazzi duecenteschi appartenuti alle famiglie guelfe aretine Albergotti, Lodomeri e Sassoli. Dal 1600 al 1926 i suoi locali furono utilizzati con la funzione di carcere, e dopo un notevole intervento di restauro divenne sede del Museo medievale e della Pinacoteca. Dal 1959 ospita la biblioteca. Palazzo Camaiani Albergotti, sede attuale dell'Archivio di Stato e Palazzo delle Poste, è un imponente e rappresentativo edificio in via G. Monaco, uno degli assi principali della città, ed è formato dalla fusione di edifici appartenenti a famiglie della nobiltà aretina di parte guelfa e risalenti al Trecento. Ampiamente rimaneggiato in età rinascimentale, l’edificio fu restaurato all'inizio del Novecento, epoca cui risalgono le decorazioni di Galileo Chini e la creazione dell'ingresso da Via degli Albergotti, da cui si accede alle sale dell'Archivio di Stato. La realizzazione del Palazzo delle Poste fu invece ideata all'inizio di questo secolo e portata a termine alla fine degli anni Venti. Di impianto rettangolare, con torretta poligonale posta a cerniera tra il fronte principale e il fronte laterale, la sua caratterizzazione in chiave neo-rinascimentale è evidente nel perimetro e nel rivestimento dei fronti, esteso sia all'intero piano terreno che al primo piano del settore centrale.

CAPALBIO (GR)
Giardino dei Tarocchi
Aperto al pubblico nel 1998, il Giardino dei Tarocchi è uno splendido parco artistico nel Comune di Capalbio, ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle su circa 2 ettari di terreno: esso costituisce un vero e proprio "villaggio" in cui le sculture-case segnano le tappe di un percorso onirico spiccando coloratissime nel selvaggio paesaggio di ulivi e macchia mediterranea. Le sculture sono ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, dense quindi di significati simbolici ed esoterici, e rappresentano una tappa importante di un percorso artistico iniziato a metà degli anni Sessanta. L’artista per la sua realizzazione si è ispirata al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, al palazzo Ideale del Facteur Cheval a Hauterives in Francia, nonché al Sacro Bosco di Bomarzo. La sua costruzione ebbe inizio nel 1979: per più di diciassette anni si è poi dedicata con passione alla creazione delle ventidue ciclopiche statue, ricoperte da mosaici di specchi, vetri e ceramiche, affancata nel lavoro da diversi operai locali, da un'équipe di nomi famosi dell'arte contemporanea e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991 e autore delle strutture metalliche delle enormi sculture (ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro). L'accesso al Giardino è chiuso da una lunga muraglia in tufo, ideata da Mario Botta, con una sola grande apertura circolare al centro: questo muro di separazione tra il Giardino e il mondo esterno è inteso come la soglia di accesso a un luogo di iniziazione, nettamente diviso dalla realtà di tutti i giorni e carico di complessità simbolica.

SCARPERIA E SAN PIERO (FI)
Spazio Brizzolari
All'interno dell'area industriale di Pianvallico, lo Spazio Brizzolari nasce dalla ristrutturazione di un opificio degli anni '70 rimasto inutilizzato per oltre trent'anni. L'intervento ha riqualificato, con un linguaggio architettonico moderno e originale, il vecchio edificio fatiscente, analogamente alle opere di Antonio Brizzolari, che donano “colore e forma all'animo umano”. Il Centro Artistico Brizzolari ha avuto origine dall'affetto profondo di Giuseppe Brizzolari verso il fratello Antonio, artista fiorentino morto nel 2016. Già a partire dal 2015, Giuseppe si era impegnato nel creare uno spazio atto a conservare e valorizzare il ricco patrimonio artistico nato dalla mente fervida del fratello: centinaia di opere su tela, carta, tessuto, lamiera, abiti e accessori di moda. Con il progredire dei lavori, Antonio manifestò tuttavia il desiderio di trasformare il luogo in uno spazio culturale più ampio, in dialogo con il territorio e aperto a tutte le forme d'arte senza alcun pregiudizio, che definì "La Piccola Atene". Il vasto spazio espositivo (1.200 mq) si articola in due parti: al piano terra la Galleria e lo "Spazio Forma - Azione" costituiscono due ambienti atti a ospitare convegni e lezioni, mentre nel museo al primo piano si sviluppa l'espressione artistica di Brizzolari, ascrivibile alla corrente della Transavanguardia. Tra i suoi numerosi compagni di scuola si ricordano Sandro Chia, Sergio Staino e soprattutto Aldo Fallai, amico fraterno che nei numerosi ritratti fotografici di Antonio è riuscito a coglierne l’essenza. Le opere in mostra si riferiscono essenzialmente al periodo che va dalla fine degli anni '90 al 2015, cui si aggiungono scritti e fotografie. Aperto solo di rado, le Giornate FAI offriranno l’opportunità di scoprire questo piccolo angolo newyorkese immerso nel territorio del Mugello.

PISA
Kinzica, Ubaldesca e Bona, tre donne in San Martino

Il quartiere di Kinzica, a sud dell'Arno, viene compreso nella cerchia di mura che dal 1155 testimonia lo sviluppo urbano di Pisa. Vi si possono ammirare le Chiese di San Martino, legata al culto di Santa Bona, di San Sepolcro e quella di Santa Ubaldesca, nonché la statua romana in cui si può riconoscere Kinzica, leggendaria fanciulla che salvò Pisa dal pirata Musetto. Ed è proprio alla scoperta di queste tre donne straordinarie che è dedicato l’itinerario pisano delle Giornate FAI: Santa Bona si distinse per i suoi numerosi pellegrinaggi, Ubaldesca divenne il modello della santa gerosolimitana, dedita alla assistenza e alla cura dei bisognosi, infine Kinzica incarnò l'eroina salvatrice dagli attacchi dei Saraceni. Le chiese di San Martino e San Sepolcro vennero costruite nel momento di massima espansione di Pisa: la prima è attestata a partire dal 1067, la seconda dal 1113. San Martino fu ricostruita interamente nel Trecento dalla famiglia Gherardesca, per essere quindi affidata alle monache clarisse fino al 1786, quando, con le soppressioni, fu posta sotto il Conservatorio di Sant'Anna. Ricca di opere d'arte, non è normalmente visitabile in quanto in restauro. San Sepolcro fu costruita per trasferire in occidente l'immagine di Gerusalemme con monumenti che la ricordassero attraverso la dedicazione - Santo Sepolcro - e la forma ottagonale della pianta centrale. La statua di Kinzica è un marmo romano di riuso inserito in un palazzo composto da due case torri del Duecento; la mensola su cui poggia serviva a sostenere le parti lignee.

PRATO
Il Fabbricone: la fabbrica e il teatro
Il Fabbricone si trova su via Bologna, in una zona attualmente molto edificata, e rappresenta uno degli ultimi caposaldi produttivi dell'area, capace di conservare nel tempo i segni della sua vocazione produttiva. Negli spazi del teatro Fabbricone e del Fabbrichino il regista Luca Ronconi inaugurò nel 1974 il suo “Laboratorio”, rivoluzionando il concetto di teatro attraverso il coinvolgimento dello spettatore. Il Fabbrichino è rimasto “spazio prove” fino al 2002, quando divenne la sede della compagnia TPO qui trasferita dal teatro Santa Caterina. Il complesso di cui fa parte il teatro è sorto con i grandi reparti produttivi (con copertura a shed), per essere poi consistentemente ampliato con i nuovi edifici in calcestruzzo negli anni tra il 1934 e il ‘54. L'ampliamento rimase ancora in gran parte caratterizzato da coperture a shed, mentre l'adozione del calcestruzzo diede luogo a un esempio elegante di struttura snella e priva della smisurata serie di colonnine in ghisa che caratterizzavano i suoi antenati. In particolare si differenziano rispetto al nuovo complesso le due strutture che accolgono il teatro e che vedono l'adozione della copertura “a volta”, che diverrà negli anni successivi dominante nell'architettura produttiva pratese, per via del costo vantaggioso, la maggiore altezza e una disposizione planimetrica totalmente priva di pilastri intermedi tra le murature perimetrali. Attualmente sede di attività produttive in buona parte svolte dal lanificio F.lli Balli, gli edifici del Fabbricone sono raramente aperti al pubblico, in primo luogo per motivi di sicurezza. Si tratta forse del più rappresentativo esempio cittadino di archeologia industriale, sia per le dimensioni, sia per la tipologia e le qualità dei componenti architettonici, sia per le originarie caratteristiche di lavorazione a “ciclo completo”.

MASSA
Rifugio antiaereo della Martana
I rifugi antiaerei sono strutture adibite alla protezione della popolazione civile e del personale militare da bombardamenti aerei nemici. In Italia, si sono sviluppati principalmente durante la seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti strategici sulle città venivano effettuati pressoché quotidianamente. Venivano creati nei sotterranei dei palazzi ed erano indicati all'esterno da una R, che ne indicava la presenza in maniera chiara a tutta la cittadinanza. Il Rifugio antiaereo della Martana, situato nel centro storico della città di Massa, è il più grande ricovero antiaereo costruito nella provincia, capace di ospitare migliaia di persone. Venne realizzato in circa un anno di lavoro tra il 1942 e il 1943 da minatori veneti provenienti da Belluno. Dopo l'ordine di sfollamento della città emanato a settembre 1944 dal comando militare tedesco, il rifugio venne occupato dalle truppe naziste che vi installarono cucine da campo acquartierandovi i propri soldati impegnati nel presidio della Linea Gotica. Dopo la fine della guerra, il rifugio rimase chiuso per sessant'anni venendo recuperato con finalità nel 2006. Ripercorrere le fredde e spettrali gallerie di questo luogo sarà un'opportunità unica per immedesimarsi con emozioni e stati d’animo della popolazione durante gli attacchi aerei; le fotografie e le video interviste proiettate all'inizio della visita racconteranno l'esperienza della guerra dal punto di vista di chi l'ha vissuta.

PISTOIA
Palazzo Reali Vannucci – ingresso riservato agli iscritti FAI
Palazzo Reali Vannucci, in passato Palazzo Celli, si trova nel cuore del centro storico di Pistoia, in un’area già viva e produttiva in epoca medievale, caratterizzata da casamenti di piccole dimensioni destinate a uso popolare. Già nel secolo successivo tali abitazioni vennero acquistate o modificate da famiglie nobili che ne fecero le proprie abitazioni. Il Palazzo nacque probabilmente intorno alla metà del XVII per volere della famiglia Celli; sicuramente è presente nel 1658 poiché è possibile scorgerlo nella pianta di Pistoia di Francesco Leoncini realizzata in tale data. Palazzo Celli fu poi ornato e modificato nel corso del Settecento e ancora oggi mantiene la sua immagine antica. L'attuale aspetto di Palazzo Reali Vannucci risale ai rinnovamenti Settecenteschi, e si sviluppa su tre piani sormontati da un verone aperto. Diviso in saloni e stanze di servizio ai vari piani, l'interno è decorato con fasti di stucco e pitture classicheggianti, il cui stile richiama i lavori settecenteschi realizzati presso la Biblioteca Fabroniana e l'Oratorio dei Filippini. Edificio privato, mai aperto al pubblico, il palazzo è uno scrigno di arte e architettura. Le visite dedicate ai soli iscritti FAI condurranno alla scoperta della storia delle famiglie che lo costruirono, dei toponimi del tessuto urbano circostante e della bellezza che racchiude e lo collega agli altri edifici storici adiacenti.

PESCIA (PT)
San Quirico: chiesa e orto del prete
Nell'area a Nord della cittadina di Pescia, storicamente nota come Valleriana, si ergono in un paesaggio immutato da secoli dieci “Castella”, ovvero dieci borghi ancora integri, accomunati tutti da un comune impianto urbanistico tipico dell'Alto Medioevo. Questi borghi fortificati, tutti posizionati sulla cima di alture, si affacciano su due vallate: la Val di Torbola e la Val di Forfora, connotate da ripide pareti montuose ricche di fitti boschi perlopiù di castagno e di pochi oliveti terrazzati. Fra tutti, quello di San Quirico, anticamente al confine tra i possedimenti di Lucca e di Firenze, ha una storia un po’ misteriosa, a cominciare dalla vita dei Santi cui è dedicata la Pieve: San Quirico e Santa Giulitta. Le prime notizie certe del paese si hanno già nel 980. Le sue mura trecentesche inframmezzate da bastioni ancora oggi dominano le impervie vallate antistanti, a dimostrazione del valore strategico del borgo nelle contese tra Lucca e Firenze. La prima addirittura destinava molte risorse proprie ed esenzioni al paese di San Quirico in funzione anti-fiorentina. San Quirico è rimasto quasi intatto nella sua struttura urbanistica medievale. La sua pieve con gli oratori costituisce uno dei più importanti edifici pubblici. La Chiesa è in stile romanico con pianta a croce latina al cui centro è impostata una cupola con lunette piacevolmente affrescata. Il frontone è stato rimaneggiato in epoca seicentesca e sul retro è montato un antico organo a canne. A lato della Chiesa si erge una torre campanaria un tempo collegata alla chiesa da una edicola che racchiudeva una antichissima fonte battesimale in pietra serena, oggi custodita all’interno. Le severe strutture del campanile e della pieve sono anche esse in pietra serena, mentre gli interni sono arricchiti da opere seicentesche. Il vero “tesoro” è però rappresentato da una articolata raccolta di arredi sacri di fattura pregevolissima, alcuni risalenti al 1600. In occasione delle giornate FAI di Primavera 2024 sarà possibile visitare la pieve, l'oratorio e il “giardino del prete”: uno spiazzo verde posto all'altezza del camminamento delle mura e dei bastioni di San Quirico da cui si potrà godere dello splendido panorama della Valleriana.

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3€ utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi, e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali. Inoltre, fino al 31 marzo 2024 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

 

Elenco completo dei luoghi aperti in Toscana e modalità di partecipazione all’evento su

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=TOSCANA

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito

i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione.

Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 18 al 24 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2024, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

Le Giornate FAI di Primavera 2024 sono rese possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate: 

Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da oltre dieci anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili - esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico - e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani.

Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, per il primo anno Partner della Fondazione. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.

Fineco, una delle principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese. Per questo motivo la banca è Main Sponsor delle Giornate FAI di Primavera dal 2020.

Edison, azienda energetica con 140 anni di storia impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, è da sempre vicina al FAI e lo accompagna nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. In occasione delle Giornate FAI di Primavera aprirà la Centrale idroelettrica di Quassolo (TO) e quella di Ponte Giulio a Montereale Valcellina (PN) e, grazie all’apertura dell’Energy Center del Politecnico di Torino, saranno visitabili le Officine Edison, in cui l’azienda sviluppa i suoi progetti innovativi.

Grazie anche a Domal, azienda produttrice di serramenti in alluminio parte del Gruppo Hydro, molto sensibile ai temi di sostenibilità e impatto ambientale, Corporate Golden Donor del FAI dal 2023 e per il primo anno sostenitrice delle Giornate FAI di Primavera.   

Si ringrazia, inoltre, l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la speciale apertura dell’impianto e il prezioso sostegno locale che si rinnova dal 2018.

Si ringrazia la Commissione europea, che collabora da anni alle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza in Italia. Ventuno siti storici, artistici e culturali destinatari di finanziamenti europei saranno visitabili a testimonianza dell’impegno dell’Europa nella salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale italiano ed europeo.

Le Giornate FAI di Primavera 2024 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio del Ministero della cultura, del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, di Regione Toscana, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per il sostegno Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro fianco con i suoi volontari e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.

Un grazie sentito anche al Fondo Edifici di Culto per aver averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà.

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata

Grazie di cuore alle 134 Delegazioni, 112 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 10 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 16.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

 

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