Buon viaggio cavaliere, grazie per tutto quello che sei stato capace di darci

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Con la scomparsa di Benito Butali se ne va una parte importante, per meglio dire fondamentale, della storia di Arezzo. Era un imprenditore vecchio stampo, di quelli abituati a contare i soldi con le mani, capace di creare aziende solide che hanno dato lavoro e occupazione a tanti aretini.

Era persona molto buona, sensibile e altruista, l'esatto opposto di quella imprenditoria spietata e opportunista che oggi contribuisce a rendere questo paese invivibile. Aiutava tutti, era sempre pronto ad ascoltarti e a darti il consiglio giusto, ma anche a farti capire con eleganza e signorilità che stavi sbagliando.

Teletruria era il suo orgoglio, tutti noi gli abbiamo voluto bene. In 35 anni non gli ho sentito mai alzare la voce, come non l'ho visto mai trattare male un dipendente. Benito Butali era un signore d'altri tempi, mancherà a noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e a tutta la città che ha sempre cercato di far crescere. L'ultima volta che ci parlai, un paio di anni fa, mi sorprese non solamente per l'incredibile lucidità ma soprattutto per la grinta che ancora lo contraddistingueva. Anche allora finimmo a parlare di calcio, l'unico grande doloroso rammarico che si portava dentro.

Da presidente dell'Arezzo nella stagione 1987/88 allestì una squadra per vincere il campionato di serie B e andare in A dove non eravamo mai stati. Fu una stagione incredibile per quanto negativa, retrocedemmo con un organico spaventosamente forte: Nappi, Silenzi, Ermini, Orsi, Ruotolo, Tovalieri, Dell'Anno, Minoia, Ugolotti, Carrara... gran parte di questi giocatori la stagione seguente trovò posto in serie A, alcuni addirittura in Nazionale.

Come allenatore era stato ingaggiato Bruno Bolchi, che la stagione precedente aveva vinto il campionato di serie B con il Cesena. Ma il calcio, già allora, era infestato da pescecani, direttori sportivi senza scrupoli e rubagalline travestiti da manager. Un mondo che non era fatto per una persona onesta, corretta e trasparente come il cavalier Benito Butali. Nonostante l'esperienza traumatica non ha mai fatto mancare negli anni l'appoggio economico, sotto forma di sponsorizzazione, alla squadra del suo cuore. Voglio solo ricordare l'anno della promozione in B con Mario Somma, quando sulle maglie da gioco Teletruria diventò il main sponsor, portò anche molta fortuna.

Ho scelto questa foto degli anni 80, è in compagnia del suo braccio destro Gianfranco Duranti, lo storico direttore dell'emittente che ci ha lasciati poco più di un anno fa. Non so se esiste un'altra vita, una nuova dimensione dove un giorno ci ritroveremo tutti quanti, ho una formazione laica e illuminista e quindi faccio molta fatica a crederci, però mi piace pensare che adesso si siano incontrati di nuovo, e dopo un breve abbraccio si siano messi di nuovo a lavorare fianco a fianco con il proposito di sempre: creare un mondo migliore di questo. Fai buon viaggio cavaliere, grazie per tutto quello che sei stato capace di darci, e che la terra ti sia lieve.

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Massimo Gianni

Massimo Gianni

giornalista iscritto all’Ordine dal 1988, collabora con testate giornalistiche televisive e radiofoniche.