Arezzo senz'anima battuto a Perugia

. Inserito in Visto dalla curva

All'una meno un quarto si poteva buttare la pasta e sedersi a tavola secondo orari e tradizione domenicale, Perugia-Arezzo era già finita. Male

Il derby, atteso e carico di aspettative per la buona prestazione contro la Feralpi di una settimana fa, è rapidamente naufragato negli errori e della svogliatezza allargando la voragine sotto i piedi della squadra amaranto.

Non è servita la sottolineatura dell'importanza della partita per la quasi cinquantennale rivalità con il Grifone umbro, non è servito l'ottimismo di mister Stellone, non sono serviti i cori e l'incitamento della folta rappresentanza della curva che il giorno prima della partita si è arrampicata sulla collinetta antistante lo stadio per dare un segnale forte della vicinanza e del sostegno alla squadra, nonostante la deficitaria classifica.

Niente sembra riuscire a incidere sull'inerzia di una stagione maledetta, dove le buone prestazioni sono frustrate da episodi sfavorevoli e da errori fatali e quelle brutte sono inevitabilmente punite dagli avversari.

Non ha fatto eccezione la partita di ieri. L'Arezzo dalle molte assenze si è consegnato al Perugia decimato mercé un paio di colossali sviste difensive (le ennesime di questo campionato anche con interpreti diversi) tra il decimo ed il quattordicesimo del primo tempo. Da lì in poi è stata accademica gestione da parte dei padroni di casa e faticoso arrancare per i nostri.

Sfilacciata, lenta, senza idee e con il morale evidentemente sottoterra, l'Arezzo non ha praticamente mai tirato in porta per il resto della partita (eccezione il bel diagonale di Piu pochi minuti dopo il raddoppio umbro) tanto che l'unica vera parata di Fulignati è stata quella che ha dovuto compiere su sciagurata deviazione del compagno di squadra Angella che ha svirgolato la palla su cross da destra. Per il resto notte fonda.

Ventola, preferito a Karkalis, se l'è cavata in fase di spinta ma ha mostrato carenze enormi in fase difensiva. Dalla sua parte finché c’è stata partita (per un quarto d'ora circa) il Perugia ha sfondato a ripetizione. Vero che nessun aiuto gli arrivava da un evanescente Belloni le cui ultime uscite non ricordano nemmeno da lontano il bel giocatore che abbiamo tante volte ammirato. Preso alto e limitato nell'azione si è rapidamente spento anche Di Paolantonio mentre Altobelli, Benucci e Luciani hanno corso molto ma con lucidità relativa.

Abbandonato a sé stesso Piu, intristito capitan Cutolo, il manipolo amaranto ha sbandato ogni qualvolta la squadra di Caserta alzava il ritmo della gara. Nel secondo tempo i biancorossi sono scesi in attacco quattro volte in maniera determinata e hanno creato altrettante occasioni da gol (tra cui il terzo firmato da Kuan) mentre noi abbiamo continuato a lungo a masticare palloni insipidi, senza mai dare la sensazione di poter incidere in una partita perduta prima di cominciare.

La situazione, già critica, si fa ancora più pesante perché di nuovo si assiste ad un appiattimento della curva reattiva della squadra dopo l'illusione di una gara combattuta e persa male. Era già accaduto anche sotto la guida di Camplone (contro la Sambenedettese, per esempio) di vedere prestazioni che ci avevano illuso fosse stata imboccata la via maestra per la salvezza, una speranza poi naufragata per successive inguardabili uscite. Mentre le avversarie, pur modeste, vanno strappando punti a morsi anche contro le grandi tra due giorni si torna in campo contro il Gubbio. L'ennesima partita-verità di un campionato triste. In silenzio stampa.

Tags: S.S. Arezzo Perugia

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.