Giovannini, il passo dell'Arezzo è quello giusto

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Il futuro comincia ieri. Con l’annuncio ufficiale della firma del contratto con Paolo Giovannini, l’Arezzo ha messo il primo tassello (importante) non solo per impostare la prossima stagione sportiva, ma auspicabilmente anche per cambiare finalmente rotta, dopo due anni di gestione tanto approssimativa e dispendiosa sul piano economico quanto fallimentare su quello sportivo.

L’ex direttore sportivo del Pontedera è persona esperta, conosce a menadito la serie C e la serie D (che ha vinto spesso) e dovrebbe assicurare nel suo nuovo ruolo di Direttore Generale, quell’approccio professionale e ragionato alle scelte tecniche che è tanto mancato sino ad ora. Giovannini assumerà l’incarico ufficialmente dal primo di giugno, ma sicuramente sta già lavorando per i colori amaranto. Il suo solido legame con Paolo Indiani potrebbe anche (qualche rumors già circola) portare a riformarsi la coppia che tanto bene ha fatto in Val d’Elsa. Il tecnico fiorentino, reduce dalla splendida cavalcata vittoriosa con il San Donato, ha recentemente dichiarato che prima di “attaccare la panchina al chiodo” vorrebbe vincere il suo decimo campionato, conquistando un piccolo record a livello professionale. Scegliere Arezzo potrebbe essere un’opportunità per realizzare questa aspirazione, tanto più che adesso a dirigere la Società c’è il suo vecchio amico Giovannini. La cosa importante è che al nuovo Direttore Generale sia lasciata piena libertà e piena autonomia (naturalmente entro le linee strategiche dettate dalla proprietà) per non incorrere in condizionamenti che ne limitino i risultati (scena già vista con De Vito che non a caso sta facendo bene ad Avellino). Se sarà una pagina davvero diversa e nuova ce lo diranno, come al solito, i fatti ed il campo, ma certamente stavolta il passo sembra quello giusto.

Tags: S.S. Arezzo Paolo Giovannini

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.