Vincere partite come questa è un bel segnale. E stavolta il primo posto è vero e non illusorio

. Inserito in Visto dalla curva

Una settimana fa pendeva la fine della partita che il San Donato aveva comunque già messo al sicuro con il Rieti. L’Arezzo conquista il vertice della serie D al termine di una partita bella, combattuta, ricca di occasioni e di emozioni, a tratti (soprattutto nel finale) anche cattiva.

Il Foligno, a differenza di Trestina e Montespaccato, è venuto a giocarsela a viso aperto e ci ha messo più volte in difficoltà, imprecando alla fine contro una sconfitta che, vista dalla parte degli umbri, non può non lasciare l’amaro in bocca; sprechi un rigore, poi rimonti due volte la grande favorita in casa sua e alla fine vieni punita fors’anche perché non hai rinunciato a cercare di ribaltarla ulteriormente (il gol del 3-2 nasce da una ripartenza in contropiede dell’Arezzo). Alla fine, comunque, il successo arride ai nostri colori e vincere partite come queste è un bel segnale. In partenza Mariotti ha preferito Foggia a Muzzi e l’abbrivio della gara è sembrato dargli ancora una volta ragione, quando proprio da un triangolo tra Strambelli ed il nove è scaturito il tiro che, deviato in maniera determinante da un giocatore ospite, ha determinato il primo vantaggio. Per una ventina di minuti l’Arezzo ha fatto la partita, sfiorando il raddoppio in un paio di occasioni, ma subendo sempre più spesso le buone ripartenze dei “falchetti”, che con il loro 3-5-2 hanno messo in croce il centrocampo dove Aliperta (acciaccato dopo 6 minuti tanto da temere il cambio, poi è restato stoicamente in gioco) faceva fatica e Sicurella occupava forse una posizione troppo avanzata per far da guastatore, ma che lasciava in inferiorità numerica i compagni. Sugli esterni 7 e 11 del Foligno (Belli e Valentini) mettevano in difficoltà i nostri under, fino a che, dopo un paio di buoni interventi di Colombo, Mastino abboccava in maniera invero banale all’ennesima finta di Belli e provocava il terzo fallo da rigore su 6 partite. Sul tiro dal dischetto la Curva Sud ci ha messo del suo ed ha intimorito il pur navigato Peluso, che ha calciato sulla traversa. Ancora una chance per metterla in ghiaccio sul piede di Foggia (palo) poi (e si è nel secondo tempo) la percussione devastante di Valentini che, lanciato dal proprio portiere, prende in velocità Ruggeri, mette a sedere mezza difesa e deposita in gol. L’Arezzo reagisce, non con la lucidità di Rieti, ma con la determinazione di chi vuole vincere. Quando l’instancabile Mancino si procura il rigore che Strambelli non sbaglia, sembra fatta, senonché là dietro ci si ferma ancora ad ammirare un buon palleggio tra Belli e Peluso, con l’esterno destro che batte ancora Colombo. Saltano gli schemi da una parte e dall’altra e si gioca sul filo dei nervi. Il Foligno non rinuncia ad offendere e proprio da una palla recuperata a centrocampo parte il contropiede di Strambelli, sul cui tiro rimpallato, Sicurella si inventa un pallonetto splendido che manda in delirio la “Minghelli”. Di minuti di gioco ne restano cinque, più altrettanti di recupero, ma se ne giocheranno si e no la metà, tra interruzioni e fallacci di nervosismo. Siamo primi e vuol dire molto. Poi, per rimanere con i piedi per terra, la partita ha confermato che qualche incertezza nella fase difensiva c’è (si erano intraviste anche contro avversari meno propositivi) con quasi tutti gli elementi del pacchetto arretrato che vanno in difficoltà se l’avversario li punta (eccezione la fa Lomasto, guerriero indomito dai piedi ineducati ma essenziali nelle chiusure) mentre solleva ancora perplessità l’impiego di Foggia. Il giocatore è generoso, ripiega e dà grande contributo alla squadra anche con qualche buon passaggio, il fatto è che quando l’Arezzo attacca, al centro del fronte offensivo va spesso a posizionarsi Strambelli, con “l’airone” costretto a cercare spazi altrove, a correre di più e magari a perdere lucidità sotto porta. Un problema da risolvere, perché il contributo del centravanti ex Messina deve essere importante anche in fase realizzativa. Il successo assicura comunque primato, fiducia e la possibilità di poter lavorare sereni in vista dell’esame Gavorrano di domenica.

Tags: S.S. Arezzo Foligno

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.