Caos campionati: di rinvio in rinvio, dirigenti senza rispetto, né delle società, né della gente

. Inserito in Visto dalla curva

Oggi avrebbe dovuto essere il giorno del nuovo calendario della Serie C e della composizione dei campionati, ma l’ulteriore rinvio della sentenza sul format della Serie B (attesa tra lunedì e martedì) ha costretto la Lega Pro a posticipare.

“La Lega Pro, preso atto della decisione del Collegio di Garanzia del Coni che slitta alla prossima settimana, suo malgrado, si vede costretta a rimandare i calendari. Seguiranno comunicazioni sulla nuova data nei prossimi giorni.” 

"Senza Vergogna. Prosegue la politica del rinvio. 

Il collegio di garanzia del Coni posticipa la decisione  su ricorsi, ripescaggi e definizione dei campionati di B e C a martedi 11 settembre. Il tutto senza alcun riguardo né delle società interessate direttamente, né di quelle comunque iscritte ai rispettivi  tornei di seconda e terza serie, né della genteche (nonostante tutto) continua a seguire appassionatamente il gioco del calcio.

Intendiamoci, era difficile pretendere una decisione in poco tempo dato che le udienze erano terminate alle 18 di ieri, ma il poco tempo questi signori se lo sono dati da soli perché nulla impediva di iniziare la seduta invece che alle 12 la mattina alle 9 oppure di protrarre il consiglio fino al raggiungimento di un esito che, pareva palese, era assolutamente urgente e fondamentale avere.  Invece , dopo aver fissato i lavori a campionato di B già iniziato e di C rinviato già due volte, l’ex ministro Frattini & C. hanno scelto di andarsene a cena ad orario canonico rinviando il tutto mica di 24 ore, bensì di ben 4 (quattro) giorni. 

Dopo gli scempi che negli ultimi anni si sono compiuti per asservirsi a qualche spicciolo  di diritti tv, a qualche sponsor più o meno munifico,  a stupidaggini inutili e dannose come la tessera del tifoso prima ed il codice etico ora ( entrambe normative costituzionalmente illegittime sotto parecchi profili ) , la decisione di ieri sera conferma che anche al Coni oltre che in Federcalcio la musica non cambia.

Più che  riforme ci vorrebbero “teste” nuove, perché se a metter mano alle riforme saranno i soliti noti ci sarà da aspettarsi l’ennesimo pastrocchio. Poi ci si sorprende se c’è chi scappa dagli investimenti nel calcio e se sempre più spesso le società sportive finiscono nelle mani di avventurieri: non c’è regola, non c’è certezza, si perseguono interessi che sono lontani persino dagli enunciati verbali ;  basti pensare al contrasto tra l’affermata volontà di contenere i costi e la pervicacia con la quale si insiste nel fare gironi “sbilenchi” che costringono, per esempio, l’Arezzo ad andare a Cuneo ed il Gubbio a Trieste.

Ma tant’è. Il tifoso paghi e taccia.

Quando avranno fatto i loro comodi (nelle valutazioni entreranno anche le pressioni lobbistiche?) ci faranno cominciare".

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Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.