Fimer, c'è Clementy a rate. Via libera dal cda, cautela dei sindacati: "Chiediamo incontro al Mimit"

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Il cda di Fimer spa ha deliberato per il positivo accoglimento dell'offerta del fondo Clementy, che interverrebbe in tre step da 7, 10 e 45 milioni nell'acquisto dell'azienda. Ma le Organizzazioni Sindacali, "scottate" da precedenti esperienze, chiedono iniezione immediata di liquidità per far ripartire la produzione nell'azienda di Terranuova Bracciolini e invocano un incontro al Mimit.

"Fimer informa - si legge in un comunicato diffuso dal cda dell'azienda - che in data odierna il Consiglio di Amministrazione ha scelto, condizionatamente alla decisione del Tribunale di Milano, il partner strategico che acquisirà l’azienda per il salvataggio e il rilancio della stessa. L’offerta pervenuta da Clementy Group, infatti, è risultata essere significativamente più vantaggiosa delle altre nel frattempo pervenute, per la società, per i suoi dipendenti e per i suoi creditori, sia in termini di liquidità immediata, che di ricapitalizzazione e di conservazione degli asset aziendali. L’acquisizione offrirà a Fimer le risorse finanziarie necessarie per la prosecuzione della sua attività, la soddisfazione del ceto creditorio, l’impiego dei dipendenti e il rilancio della Società. Clementy Group è un fondo multi family office specializzato in ristrutturazione e rilancio di aziende in difficoltà e ad oggi vanta investimenti di successo per un valore totale superiori agli 8 miliardi di euro".

Le OOSS e la RSU assieme ai lavoratori, apprendono della decisione del CDA di Fimer di aver scelto, tra le uniche due offerte esclusive, quella a “suo” dire più vantaggiosa, sia nel rispetto della procedura che per la continuità aziendale, per la fattibilità del piano concordatario fino ad omologa e per la tutela degli interessi dei creditori.

"Nell'incontro tenuto ieri pomeriggio - recita la nota di Fim - Fiom - Uilm - Rsu Fimervolendo capire i contenuti dell'offerta Clementy, entrando nel merito quindi della scelta, abbiamo posto alcuni quesiti, ovvero quale entità economica prevede l'offerta, in quale forma e in che tempi di erogazione. Abbiamo capito che si tratta di tre step: finanza interinale 7 milioni + successivi 10 milioni, successivamente ulteriori 45 milioni in conto capitale post omologa, fino al raggiungimento di 95ml con acquisizione della Società. Fino all'enunciazione tutto bene! E' sul merito che esprimiamo molte perplessità, perchè alle nostre domande sull'immediata effettiva disponibilità di capitali del Fondo Clementy, sui tempi dell' erogazione, sulla disponibilità degli attuali azionisti a non compromettere il percorso che da qui all'omologa porta il gruppo Clementy alla realizzazione dell' acquisto di Fimer Spa, le risposte sono state vane. Per noi, oramai impegnati e stressati da questa lunga vertenza, la mancanza di chiarezza è sempre stato sintomo di future nuove spiacevoli sorprese. Consapevoli del bisogno immediato di intervento economico necessario al riavvio delle produzioni per la soddisfazione dei clienti e dei creditori, apprendere che la verifica della concreta disponibilità economica del Fondo viene rimandata ai Commissari e al Tribunale ci è parso estremamente bizzarro. Dato che questo CDA in passato si è reso protagonista di scelte contrapposte ovvero non giungere a nessun accordo con soggetto investitore che in sede di Tribunale era stato accettato senza dubbio alcuno prima, per poi lamentare assenza di garanzie sulle disponibilità economiche, oggi devolvere ad altri la verifica ma nel contempo annunciare con toni trionfalistici il raggiungimento del salvataggio di Fimer spa, ecco ci mette in apprensione. E' PER QUESTO CHE CHIEDIAMO CONVOCAZIONE URGENTE AL MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), alla presenza di tutti i livelli istituzionali e del Fondo Clementy, e vorremmo che in sede di Ministero partecipi all'incontro lo stesso Ministro. L'azienda opera in settore strategico (energia) volto a cogliere la necessità della transizione (energia sostenibile), è necessario che il massimo livello delle politiche economiche-industriali del sistema paese sorvegli con noi e assieme al Tribunale di Milano questa vertenza per responsabilizzare chi compie queste scelte, portandolo a capire l'urgenza di concretizzare quanto enunciato e non deresponsabilizzarsi in virtù di variabili successive".

Nella foto: la visita ai lavoratori in presidio del vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro mons. Andrea Migliavacca 

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