Minori ucraini non accompagnati ad Arezzo, le opposizioni chiedono che venga favorito l'affido familiare

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Il capogruppo di Arezzo2020 Francesco Romizi e il gruppo consiliare Pd chiedono all'Amministrazione comunale che venga favorito l'affido familiare per i minori ucraini non accompagnati che arriveranno ad Arezzo, evitando quanto più possibile la via istituzionale.

Romizi: “Accoglienza in famiglia e non solo istituzionalizzata”

“Concordo con quanto sostenuto dalla referente della rete Affidar: la politica di accoglienza dei minori ucraini non accompagnati non può seguire solo la strada della istituzionalizzazione”.
Così il consigliere comunale Francesco Romizi prende posizione sul tema dei profughi che arriveranno ad Arezzo a causa della guerra nell’est Europa. “Mi pare di capire – prosegue Romizi – che il percorso scelto dalla vice-sindaca e dall’amministrazione comunale, per quanto sia stato concordato con la prefettura, vada esattamente in quella direzione. Invece, chi non ha compiuto 18 anni, non può essere gestito come un quaranta-cinquantenne: sembrerebbe inutile sottolinearlo eppure siamo costretti a farlo. In linea con quanto emerge dalle prese di posizione delle istituzioni giudiziarie e dei soggetti del terzo settore che lavorano sul campo dell’accoglienza dei minorenni.
Se la via esclusivamente istituzionale è una scelta presa a un tavolo di lavoro condiviso, evidentemente l’errore non è solo del Comune ma questo nulla cambia: sia il Comune stesso a proporre un nuovo tavolo per invertire l’impostazione e promuovere un’azione di accoglienza diffusa nel territorio. Che non esclude ovviamente l’opzione del Thevenin, tanto per fare un esempio, o di altre strutture simili. Ma sfrutta al contempo la risorsa preziosa della solidarietà cittadina.
Mi pare infine paradossale che da un’accesa propugnatrice della famiglia tradizionalissima, quest’ultima venga sostanzialmente sconfessata quando si tratta di restituire un ambiente sereno, con un padre e una madre ovviamente, a chi magari lo ha appena perso a causa di un bombardamento”.

 

Il gruppo consiliare Pd: "Minori ucraini senza genitori: il Comune favorisca l’affido familiare"

La guerra in Ucraina costringe tutti ad affrontare situazioni di emergenza e per quanto riguarda i “minori non accompagnati” ad assumere decisioni congrue alla loro tutela come previsto da leggi internazionali e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dalla legge italiana n. 149/2001 sull’affido familiare.
Il Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze,  in una circolare dell’11 marzo  inviata a Prefetti, Questori e Comuni  specifica che “la fase emergenziale dovrà comunque  tenere conto di principi basilari quale l’accoglienza di minori privi di ambiente familiare”, sottolineando ulteriormente che “gli Enti Locali promuovono la sensibilizzazione e la formazione di affidatari per favorire l’affidamento familiare, rispetto al ricovero in una struttura di accoglienza”.
In questo percorso che deve essere rispettato, il Comune  ha un ruolo prioritario che deve svolgere attraverso il Servizio Sociale, utilizzando il Centro Affidi per la promozione dell’affidamento familiare. Nel  2017 ha sottoscritto un protocollo di intesa nella cui presentazione alla stampa fu affermato  “non esiste un diritto assoluto ad avere figli, ma il diritto di avere genitori, grazie alle famiglie affidatarie”. Purtroppo, ad oggi, tale protocollo non è stato rinnovato.
La vice Sindaca Tanti ha affermato in televisione, contravvenendo a quanto sottoscritto nel suddetto protocollo di intesa,  che i minori ucraini non accompagnati arrivati ad Arezzo saranno affidati ad un Istituto: noi la invitiamo al rispetto della legge e anche alla coerenza con quanto affermato.

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