Agricoltura e ambiente, un rapporto possibile. Convegno a Ponte Buriano

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Nasce la proposta di un tavolo di confronto continuo per affrontare i nodi critici. L'idea lanciata da Serena Stefani, Presidente Cia Arezzo, al convengo "Ambientalismo, ieri, oggi, domani" organizzato da Legambiente Arezzo a Ponte Buriano.

Tutela della biodiversità e salvaguardia delle varietà locali, coltivazioni sempre più attente alla gestione corretta dell’acqua e sempre più lontane dall’utilizzo massiccio della chimica di sintesi: gli agricoltori oggi sono le principali e più motivate “sentinelle” dell’ambiente, operatori che, conoscendo bene il territorio su cui vivono, si impegnano a conservarlo, difenderlo, utilizzarlo in modo rispettoso.

Partendo dalla sua esperienza personale di imprenditrice agricola in area montana e guida ambientale,  Serena Stefani, Presidente di Cia Arezzo, ha aperto così il suo intervento all’incontro “L’ambientalismo ieri, oggi, domani – Le nuove sfide nell’impegno per l’ambiente, fra emergenze globali  e bisogni locali”, organizzato da Legambiente Arezzo, in occasione di Puliamo il Mondo, per festeggiare i 40 anni di vita del circolo locale. 

Nella periferia di Arezzo, sulle sponde dell’Arno, a due passi dal Ponte della Gioconda, in uno straordinario salotto all’aria aperta, Stefani ha messo nero su bianco difficoltà e proposte del mondo agricolo.

“Non dobbiamo cadere nella trappola dell’immagine bucolica dell’agricoltura. Soprattutto oggi che al settore primario, diversamente da quanto accadeva nel passato, viene chiesto di produrre di più per garantire l’autonomia alimentare del paese. L’agricoltura è chiamata ad essere sempre più responsabile, ma deve poter garantire reddito e sopravvivenza a chi la pratica. E’ chiaro quindi che è arrivato il momento di affrontare tutte le questioni, anche quelle più spinose, attraverso un confronto costruttivo per individuare soluzioni adeguate. E’ arrivato il momento delle scelte, che non sono più rinviabili. Dobbiamo ragionare insieme di come conservare e manutenere i territori, ma dobbiamo anche riflettere insieme sullo sviluppo delle energie rinnovabili, sulla necessità di creare nuovi invasi per fronteggiare l’emergenza climatica e soprattutto sulla gestione della fauna selvatica: un problema che, nella nostra provincia, se non gestito, rischia di diventare esplosivo. Non sono questioni semplici e spesso rischiano di essere divisive. Ma trovare punti di incontro a mio avviso è possibile e doveroso se vogliamo, che, nell’ambiente, riesca a sopravvivere anche l’uomo, che, con la sua attività e presenza contribuisce a mantenere in vita le aree rurali e montane e a garantire un presidio per il territorio”, ha concluso la Presidente di Cia Arezzo

Al termine la proposta: tenere aperto un canale di comunicazione e confronto, per dare continuità al dialogo e arrivare a individuare scelte concrete capaci di conciliare esigenze produttive e salvaguardia degli ambienti naturali.

Al convegno, condotto da Chiara Signorini, Presidente di Legambiente circolo L. Conti, dopo i saluti dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Arezzo, sono intervenuti Alessandro Forzoni, Dirigente Servizio Ambiente, Clima e Protezione Civile comune di Arezzo; Franco Vaccari, Presidente Rondine Cittadella della Pace; Leonardo Rossi, Presidente delegazione provinciale Arezzo CESVOT; Iasmina Santini, Dirigente scolastica, capofila Rete Scuole Green Arezzo; Carlo Paci, Amministratore unico azienda TLF Legno. Le conclusioni sono state affidate a Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana.

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