"Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri", Cia Arezzo in piazza a Roma

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Decine di agricoltori aretini in piazza a Roma, ieri, per difendere il futuro del settore. Serena Stefani: “Mobilitazione convinta per rivendicare un piano agricolo nazionale e ricordare le urgenze del settore nella nostra provincia”.

“Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri”. E’ lo slogan che ha convinto  decine di agricoltori della provincia di Arezzo  a lasciare campagne e aziende per puntare su Roma per rivendicare  la centralità dell’impresa agricola e del suo reddito

In  Piazza Santi Apostoli dove, uniti ai colleghi della Toscana e di tutto il resto della penisola,  chiedono al governo nazionale misure per tutelare  il futuro dei produttori di fronte alle grandi emergenze e alle sfide globali che toccano il settore primario e il Paese intero.

Crisi di mercato e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica, risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news. Questi sono i temi chiave che Cia porta in piazza oggi nell’interesse della salute pubblica, dei territori, della sovranità alimentare e del Paese. Temi che ogni territorio declina e personalizza sulla specifiche realtà.

“Abbiamo aderito con convinzione all’appello lanciato dal Presidente nazionale di Cia Cristiano Fini”, dichiara Serena Stefani  a capo di Cia Arezzo, che partecipa alla manifestazione insieme alle imprese agricole della sua provincia.

“Ci siamo uniti a tutti gli agricoltori del Paese che hanno fermato le loro aziende per scendere in piazza. E’ una mobilitazione pacifica ma decisa, motivata dalle innumerevoli minacce che rendono sempre più complicata la sopravvivenza e il reddito del settore primario. Alle tematiche di carattere generale si uniscono rivendicazioni territoriali specifiche che si aggiungono ai problemi di carattere generale. Cinque in sintesi i punti lanciati dalla provincia di Arezzo:  1. Misure per sostenere, difendere, valorizzare  i prodotti simbolo dei territori a cominciare dagli allevamenti di razza Chianina, che oggi non riescono a spuntare prezzi adeguati. 2. Interventi per fermare lo spopolamento delle aree interne e l’abbandono dei territori montani e collinari riconoscendo il valore dell’attività svolta dagli agricoltori nella conservazione dell’ambiente e del paesaggio. 3. La necessità di potenziare la distribuzione collettiva dell’acqua per garantire alle imprese agricole la necessaria quantità di risorsa. 4. Rimedi efficaci per contenere la fauna selvatica e gli attacchi dei predatori e necessari strumenti di compensazione. 5. Sviluppo della filiera agricola forestale su cui si basa l’attività di numerose aziende che lavorano e commercializzano legname da ardere e da opera, portando avanti una tradizione plurisecolare che affonda le proprie radici nella gestione consapevole e attiva delle nostre foreste”.

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