"La cultura del bosco è nel nostro dna", a Pratovecchio Stia un focus sulla silvicultura regionale Ar24Tv

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In una regione come la Toscana, dove il 50 per cento della superficie è boscata, il settore agro-forestale e forestale è strategico. Normative applicabili e regole certe per non scoraggiare gli operatori. Gestione sostenibile del bosco per perpetuare le foreste e renderle resilienti ai cambiamenti climatici e agli incendi. E’ un appello chiaro quello che arriva da Pratovecchio-Stia, per un giorno capitale della silvicoltura regionale.

Dal comune simbolo di alberi, foreste e gestione sostenibile del territorio,  operatori e istituzioni, riuniti da Cia Toscana alle Officine Capodarno, hanno condiviso la necessità di salvaguardare l’attività di coltivazione e taglio del bosco e, con essa, della filiera del legno,  per garantire una importante voce dell’economia agricola toscana, per contrastare i fenomeni di spopolamento che, da anni ormai, colpiscono duro soprattutto le aree interne e le zone   montane e, non ultimo,  per combattere i cambiamenti climatici.

Leggi poco chiare, lasciate spesso all’interpretazione soggettiva, possono mettere a rischio l’attività e  generare incertezze negli operatori, demotivandoli: un rischio grave, non solo per  il Casentino, ma per l’intera Toscana, la cui superficie, per metà, è coperta proprio da boschi e foreste.

E’ stata Eleonora Ducci, Presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, a mettere a fuoco il problema, in apertura dei lavori, portando anche l’esperienza dell’ente che rappresenta: “L’Unione dei Comuni Montani del Casentino è da sempre impegnata nella gestione corretta e sostenibile del demanio regionale e proprio questo impegno di valorizzazione dei boschi della vallata si è recentemente tradotto nella certificazione della gestione forestale sostenibile per il comprensorio delle Foreste Casentinesi - ha spiegato la presidente dell’Ente Eleonora Ducci -:  fare rete, lavorare tutti in una stessa direzione, rispettare in modo rigoroso ogni norma e formare le aziende del territorio organizzando eventi come quello di oggi, ci permette di promuovere la tracciabilità delle filiere, di favorire l’impiego del legno per usi durevoli e di valorizzare le numerose altre funzioni che le foreste sono in grado di dare alla collettività. Le leggi però devono essere chiare e dare certezze operative a chi le deve applicare”.

“Il mondo forestale è complesso, ma si tratta di un settore strategico per la nostra regione, dove i boschi rappresentano una ricchezza,  soprattutto  nelle aree marginali e interne, dove  vivono le comunità che hanno permesso, fino ad oggi, la conservazione e lo sviluppo del patrimonio-bosco.   L’impegno della Regione Toscana è di rafforzare la  presenza umana in queste aree, anche facendo in modo che le attività forestali continuino a rappresentare una risorsa per le comunità locali”, ha detto il dottor Sandro Pieroni, Dirigente regionale del Settore Forestazione, che, ha offerto  un dettagliato focus sulle normative che regolano le attività forestali e sulla loro corretta applicazione.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a una costante e progressiva diminuzione delle imprese impegnate nella silvicoltura: il trend ha gravi e negativi riflessi sull’economia locale e sullo stesso patrimonio boschivo. C’è bisogno di  regole certe per consentire la sopravvivenza della filiera e delle imprese, ma anche per la gestione stessa del bosco, che sta crescendo e che, se non gestito, può creare notevoli problemi sul piano del dissesto idrogeologico e della propagazione degli incendi”, ha commentato Valentino Berni, Presidente di Cia Toscana.

“Abbiamo voluto affrontare questo tema strategico soprattutto per le aree interne – ha aggiunto Giordano Pascucci, Direttore di Cia Toscana -: è necessario promuovere la cultura del bosco, della sua coltivazione e  gestione, della filiera complessiva del legno e di tutti i prodotti del sottobosco. Occorre fare in modo che le imprese forestali e agro-forestali   trovino un reddito adeguato che consenta loro di proseguire l’attività”.

Parere condiviso da Maurizio Vecchio, presidente Legno Arredamento CNA: “E’ stata una mattinata di lavoro importante anche per la grande partecipazione degli addetti con cui abbiamo potuto affrontare le problematiche e le opportunità offerte dalla forestazione e dal bosco. I nostri operatori vivono di questo e devono pertanto essere coinvolti al momento dell’adozione delle normative che regolano il settore. Solo così le regole saranno chiare e potranno assicurare la necessaria sostenibilità ambientale ed economica”.

Il concetto è stato quindi ripreso e approfondito da  Serena Stefani, presidente di Cia Arezzo. “Abbiamo voluto confrontarci sulle tematiche che attraversano il settore. Lo abbiamo fatto con gli operatori e con le istituzioni: il Ministero, la Regione Toscana, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino e i carabinieri forestali che svolgono un ruolo  di  presidio   del territorio e un’azione di controllo e vigilanza. Ci siamo molto concentrati sul tema delle norme, che regolano questo settore complesso e articolato. Occorre chiarezza, solo in questo modo potremo dare certezze operative alle imprese   forestali e agroforestali, che   sanno esprimere grande professionalità e dimostrano ampie e consolidate competenze sul piano ambientale e capacità di organizzazione dei cantieri che devono essere portati avanti con estrema attenzione alla sicurezza. Requisiti essenziali   in un settore strategico, che ha riflessi economici importanti sulle comunità locali; riveste un ruolo fondamentale per la  conservazione della risorsa  e contribuisce a fronteggiare i cambiamenti climatici”.

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