Il Baby pit-stop della Misericordia

. Inserito in Sanità

La Misericordia di Arezzo mette a disposizione l’ambulatorio mobile appena certificato da UNICEF come Baby-pit-stop per aiutare i genitori a trovare la necessaria privacy anche in mezzo a manifestazioni o eventi. È la ciliegina sulla torta delle tante attivazioni cui il camper sanitario può essere destinato.

Ebbene sì: da pochi giorni a questa parte (ha avuto il suo primo impiego in tal senso proprio al recente evento CALCIT “Fiera dei Bambini” al Centro Affari di Arezzo Fiere) il Camper sanitario della Misericordia di Arezzo è abilitato *UNICEF per fungere da punto di assistenza a mamme in allattamento con i propri piccoli, cambio pannolini ecc, anche nel corso di eventi che espongono genitori e bimbi al disagio di trovarsi in luoghi affollati, chiassosi ecc, dove non è facile altrimenti trovar modo di compiere al momento del bisogno queste seppur semplici operazioni con le necessarie condizioni di privacyriparo e igiene.

Per la Misericordia di Arezzo si tratta di una bellissima opportunità in più di aiuto alla popolazione. Ed è al momento – proprio a detta di UNICEF – anche la prima e unica iniziativa del genere in tutta Italia!

Il mezzo sanitario di cui parliamo vede così completarsi in maniera ideale la propria versatilità, ben nota del resto fin dal periodo COVID19, allorché fu già protagonista logistico di campagne itineranti per test sierologici, tamponi, vaccini ecc.

A bordo dello speciale mezzo attrezzato (che in realtà è un vero e proprio ambulatorio mobile), oltre a un PC dedicato, c’è la connessione dati tramite modem Wi-Fi, il cellulare di servizio, una stampante scanner e gli apparati radio.

Tale mezzo tanto singolare – che, ricordiamo anche questo, fu a suo tempo acquisito e posto in comodato d’uso alla Misericordia di Arezzo da “Eventi Sociali-muoversi e non solo” – è così in grado di poter essere impiegato in qualsiasi scenarioassistenza alla popolazione, maxi emergenza, Protezione Civile, assistenza a manifestazioni o a eventi, nonché attività di prevenzione e screening; e ora appunto anche come “Baby-pit-stop”.

Tutto il materiale occorrente è pre-stipato in speciali contenitori, a loro volta caricabili a bordo del mezzo, per conferirgli la configurazione di volta in volta più adatta in base al tipo di attivazione.

Lo speciale veicolo è autonomo a tutti gli effetti, essendo dotato anche di proprio gruppo elettrogeno (con sistema a inverter) dedicato.

Grazie al nostro Responsabile Sanitario il Rettore dott. Marco Feri l’ambulatorio ha avuto appunto anche la certificazione come Baby pit-stop da parte di UNICEF, quindi ora è a tutti gli effetti un mezzo polivalente da poter impiegare in tantissime situazioni che si possono creare (per non dire tutte), sia reali sia dimostrative o di esercitazione, quindi anche a richiesta di associazioni, enti e istituzioni.

*L’UNICEF è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. La sua missione è contribuire alla sopravvivenza, alla protezione e allo sviluppo delle potenzialità di ogni bambino e bambina, con speciale cura per quelli più fragili e vulnerabili. Tutta la sua azione si ispira ai valori della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, della Carta delle Nazioni Unite e dei principali trattati sui diritti umani.

(In foto Fb: dr. Giovanni Poggini, medico pediatra, referente nazionale UNICEF per il diritto alla salute dell’infanzia e adolescenza; dr.ssa Nera Martelli, Presidente del Comitato provinciale UNICEF di Arezzo; dr. Marco Feri, medico anestesiologo e rianimatore, rettore Responsabile Sanitario della Misericordia di Arezzo; Erika Bartoli, volontaria soccorritrice, con in braccio il bambolotto a forma di neonato, in simulazione di allattamento. In foto d’apertura articolo, al centro del gruppo: il Vicesindaco del Comune di Arezzo e assessore alle Politiche Sociali dr.ssa Lucia Tanti)

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Romano Barluzzi

Romano Barluzzi

Highlander dalle molte vite, tra cui ne spiccano due - da tecnico sociosanitario e da istruttore subacqueo - coltivo con inguaribile curiosità la passione per i mestieri più a rischio d'estinguersi, perciò mi ostino a fare il giornalista.