Help others

. Inserito in Sanità

È il progetto d’area comunale con cui la Misericordia di Arezzo informa, sensibilizza e orienta i giovani delle scuole superiori verso la conoscenza e la pratica delle tante attività di Volontariato.

La Misericordia di Arezzo, applicandosi anche a questo progetto traducibile letteralmente come “aiutare gli altri”, compie una sorta di completamento di ciò che già porta avanti con i progetti scolastici di cui abbiam trattato in altri articoli, primo fra tutti “ASSO” (= A Scuola di SOccorso), ma anche “Conoscere per proteggersi” (nell’ambito provinciale della Protezione Civile).

Mentre per quest’ultimi i range prevalenti di riferimento (anche se non i soli) sono infatti gli asili nido, le scuole materne, le elementari e le medie, per Help Others il pubblico d’elezione è costituito dagli istituti scolastici superiori. Così, possiamo dire che tutto il ciclo d’istruzione sia coperto dalla Misericordia di Arezzo, di sicuro a livello comunale e spesso anche provinciale.

Il programma svolto dalla Misericordia di Arezzo in Help Others è in sostanza mirato a una sensibilizzazione al volontariato, portando a conoscenza pubblica e a esempio tutte le attività svolte dalla Confraternita: quindi, non solo malati, incidenti o salme.

Si tratta piuttosto di tutto il possibile “volontariato di relazione”, di prossimità, rivolto cioè alle persone. Secondo ciò che per le Misericordie rappresenta una tradizione plurisecolare: per quella di Arezzo in particolare risale addirittura all’anno 1.315. “Sette secoli d’infinita carità”, è lo slogan spesso usato a significativo esempio. Un esempio che ricalca da sempre le celebri “sette Opere di Misericordia” – sia le corporali, sia le spirituali –, le stesse che modernamente incarnano ancora oggi le migliori motivazioni, i migliori “perché”, alla base del desiderio di dedicarsi all’aiuto del nostro prossimo.

E non c’è dubbio che acquisire sensibilità ai bisogni altrui diventi perfino un antidoto – forse il migliore – all’indifferenza, al girarsi dall’altra parte…il male di oggi.

«Il volontariato favorisce il rafforzamento della fiducia interpersonale – hanno osservato i docenti di un istituto superiore dell’aretino visitato dalla Misericordia con Help Others – e abitua le persone a fidarsi l’una dell’altra, in modo da raggiungere i propri obiettivi e quelli in comune, stimolando lo sviluppo di sentimenti positivi

Ed è su questa scia che negli incontri in classe della Misericordia vengono illustrate informazioni su tutto quanto si fa nella Confraternita e che essa porta in mezzo alla gente aretina: trasporti socio-sanitari, corsi per il soccorso – BLSD, PAD ecc – stage sulla sicurezza e la disostruzione delle vie aeree nell’infanzia, sostegno a bisognosi, solidarietà e ascolto, distribuzione prodotti del banco alimentare, emporio solidale, centro antiusura, lotta a ludopatie ed etilismo, donatori sangue FRATRES, clown dottori della Valigia dei Sorrisi, sportello d’aiuto alla digitalizzazione, servizio infermieristico, Protezione Civile, assistenza psicologica, assistenza spirituale, Caregivers, Servizio Civile, LSU/LPU (lavori socialmente utili o di pubblica utilità) e molto altro ancora.

Per qualsiasi criticità la Misericordia c’è!”, è un altro slogan carico di significati che la Misericordia di Arezzo è solita portare in giro e rilanciare durante Help Others.

Per non dire degli aspetti più associazionistici, come il clima giovanile e fraterno – inclusivo, aperto a tutti e d’ogni età – che si respira al suo interno e che è fatto anche di attività per stare in compagnia, come gite, musica, sport all’aperto, eventi culturali, cene e ritrovi vari.

E quando qualcuno si fa prendere dal dubbio – dopotutto legittimo – di non sentirsi sufficientemente utile agli altri nel tipo di attività di volontariato che vorrebbe svolgere, la Misericordia di Arezzo gli cita Madre Teresa di Calcutta: «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno»

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Romano Barluzzi

Romano Barluzzi

Highlander dalle molte vite, tra cui ne spiccano due - da tecnico sociosanitario e da istruttore subacqueo - coltivo con inguaribile curiosità la passione per i mestieri più a rischio d'estinguersi, perciò mi ostino a fare il giornalista.