Premio Pieve, Perrotta parte da Calvino per raccontare di libertà

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Oggi, sabato 16 settembre, la terza giornata del Premio Pieve si apre alle 9:00 con la presentazione del francobollo commemorativo emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, parte della serie tematica il Senso civico, stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e distribuito da Poste Italiane, che cura anche tutti gli aspetti legati alla divulgazione della cultura filatelica.

Dalle ore 10.00 sarà realizzato l’annullo filatelico nello spazio del Premio Pieve allestito in via Sulpizia n. 17 a Pieve Santo Stefano. Interverranno Barbara Tutino, Claudio Vescovi e Walter Verini; alle 9:30 lo spazio delle Tre storie in un mattino raccoglierà alcuni dei testi più emozionanti pervenuti in Archivio e diventati libriUn povero deve soffocare l’amore. Memoria di un’infanzia sfruttata (Terre di mezzo 2023) di Ado Clocchiattiha vinto il Premio 2022 “per l’intensità della scrittura che coinvolge e commuove, dalla quale emergono la saggezza e la rassegnazione di un vinto che sa di non poter cambiare il proprio destino”. Le femmine e i cani non possono entrare. Diario di una donna che ha lottato per sopravvivere (Terre di mezzo 2023), è il racconto di Lilith, giovane donna del Bangladesh, partecipante del concorso DiMMi 2022. Infine Acqua passata (Il Ponte Vecchio 2022) di Massimo Bartoletti Stella, un diario di sogni e spavalderie di un adolescente romagnolo che cresce con la mentalità libera dell’artista. L’incontro sarà coordinato da Monica D’Onofrio, con Sandro ClocchiattiAntonella InvernoMara MattaFilippo PretolaniSara Ragusa; alle 11 secondo appuntamento con il progetto DiMMi. Annalisa CamilliGaia ColomboAlba Ospina Alessandro Triulzi parleranno alla presenza degli autori del volume Il diritto di salvarsi (Terre di mezzo 2023), raccolta delle storie migranti finaliste al concorso DiMMi 2022; dalle 15:30 due appuntamenti per Saverio Tutino: Guido Barbieri con Andrea Montanari presenterà al pubblico la biografia sonora Il testimone realizzata per i podcast di Rai Radio3 con interviste, dialoghi, testimonianze, interventi “militanti” tratti da archivi della Rai, dell’Archivio Diaristico, di radio e televisioni private, con i quali Saverio ha raccontato il mondo nel quale ha vissuto; seguirà alle 16:30 il convegno Se Saverio fosse oggi, realizzato in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Saverio Tutino, moderato dal direttore scientifico dell’Archivio Camillo Brezzi. Un momento di festa e di riflessione sul profilo privato e pubblico di Tutino nelle diverse fasi della sua vita; sul suo contributo allo sviluppo della vicenda politica e culturale italiana, con uno sguardo rivolto all’attualità e al lascito offerto dal giornalista all’Italia contemporanea. Parteciperanno studiosi dai diversi percorsi professionali, testimoni e compagni di un tratto di vita di Tutino: l’antropologo Pietro Clemente, gli storici Alessandro CasellatoAntonio Gibelli e Andrea MulasDuccio Demetrio, cofondatore della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, Michele Di Sivo della Soprintendenza Archivistica Toscana, Roberta Marchetti, giornalista, Maria Rita Parsi, psicologa e membro della Giuria, Mario Perrotta, attore, Elena Pianea, direttrice beni, istituzioni, attività culturali e sport della Regione Toscana, Gian Bruno RavenniClaudio Rosati, studioso di valorizzazione dei beni culturali, Barbara Tutino, artista e figlia di Saverio;

Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà, spettacolo diretto e interpretato da Mario Perrotta, chiuderà la terza giornata del Premio alle 21:45 al Campo alla Fiera. "Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico “La giornata d’uno scrutatore”, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile", spiega il regista. "Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo. È stato questo confluire delle mie riflessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che è “libertà” che mi hanno convinto a provarci. E, soprattutto, è stato la scoperta di quel romanzo considerato minore e quel personaggio così impossibilitato a scegliere per se stesso a darmi una plausibile via da percorrere con la mia scrittura. Parto quindi, dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili” che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo. Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che - al contempo - mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo".

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