Premio città del diario a Ezio Mauro. Gli otto finalisti

. Inserito in Eventi e Cultura

Questa domenica 17 settembre è la giornata degli otto diari finalisti al Premio Pieve 2023, del Premio Città del diario, dei Premi speciali; alle 9:30 la Commissione di lettura coordinata dalla direttrice Natalia Cangi incontrerà i diaristi della lista d’onore, sette autori di testi degni di nota ma non entrati in finale.

Nel corso della mattinata saranno inoltre consegnati i Premi speciali per il miglior manoscritto originale -attribuito all’epistolario Mosaico d’amore di fine ‘800 (1895-1900) di Luigi Sandulli e Antonetta Tranfaglia- e Giuseppe Bartolomei -attribuito alla memoria Papà, la bandiera! (1911-1952) di Piero Modigliani; alle 16 sarà finalmente il momento del Premio Città del diario, quest’anno attribuito al giornalista Ezio Mauro, per “la passione per la storia, la scelta del metodo giornalistico come schema privilegiato di indagine e racconto, l’attenzione sempre rivolta ai veri protagonisti dell’età contemporanea: gli uomini, le donne, le “masse” che hanno animato, spesso subito, le grandi guerre e le ondate migratorie, le metamorfosi della politica, i progressi e i rovesci della società e dell’economia”; e degli otto racconti autobiografici finalisti del 39° Premio Pieve, manifestazione conclusiva condotta da Guido Barbieri. A cura di Mario Perrotta e Paola Roscioli l’interpretazione di brani dai diari, di Andrea Biagiotti la lettura delle sintesi delle opere.

Gli otto finalisti.

1914. Nella memoria Col nome della Patria sulle labbra il diciottenne Vincenzo Calzia rievoca l’attesa della chiamata alle armi per difendere la Patria, l’entusiasmo della partenza per il fronte, in Carnia, l’orrore della trincea. Ettore Piccinini, sottufficiale del Regio Esercito durante il secondo conflitto mondiale, annota sul suo diario Quando saremo di nuovo uomini le condizioni di vita degli internati in un campo di prigionia del Reich dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli aggiornamenti sull’avanzata degli Alleati in Germania, la speranza della liberazione. Maria Anna Rold non è ancora diciottenne quando parte per la Germania in cerca di lavoro. Alla sua memoria La via della vita affida speranze, paure, considerazioni su un altro aspetto della guerra, quello della ricerca di lavoro. Si sposano nel dopoguerra, 1948, Vittoria Cerisola ed Edoardo Guelfi. Sono presto separati dalle difficoltà economiche e Edoardo è costretto a imbarcarsi su una petroliera svedese. Per un anno rimangono legati da un fitto e vivace epistolario, Più scriverai più ti vorrò bene, che ci ricorda le prove e il coraggio di tante persone costrette all’emigrazione. Scrive del Messico, del Guatemala, del Belize Ada Maestrale nella memoria Il nostro Messico, ricorda il lungo viaggio fatto nel 1979 per conoscere altri paesi e altre culture, fare nuove esperienze. Scrivono in Italia negli anni 2000 Lino, Paola Tellaroli, Solange Van Ingen. Lino nel suo diario La caduta e la ripresa annota le tappe di un percorso di vita, di accettazione e trasformazione, riflette sui grandi temi della sua esistenza, lavoro, amore, il rapporto con i genitori, specialmente su spiritualità e religione. Necessaria per Lino è soprattutto la scrittura, funzionale a fermare dei punti di uno stato d’animo oscillante. Paola Tellaroli affida alla sua memoria la dolorosa esperienza di una malattia che l’ha colta di sorpresa a soli 30 anni. La vitalità dell’autrice è arrestata da un ictus. Nella sua memoria, Tutta la polvere del mondo in faccia, Paola parla della lotta per la riconquista della normalità, ostacolata soprattutto da difficoltà burocratiche che minano il coraggio e la determinazione di una personalità forte e battagliera. Diario di una borderline è l’autobiografia di Solange Van Ingen: i ricordi della sua adozione in una famiglia che l’ha accettata e le ha voluto bene; del razzismo, subito per il colore della sua pelle; degli abusi fisici e psicologici e dei disturbi di alimentazione e di personalità. Ma anche dell’amore per sua figlia, nata da un rapporto violento e tormentato.

Il Premio Città del diario

E' il riconoscimento rivolto alle personalità del panorama culturale che più si distinguono per il loro lavoro sulla memoria, assegnato in anni recenti a Pupi Avati, Walter Veltroni, Francesco Guccini, Andrea Riccardi, solo per citarne alcuni.

La presenza di Mauro a Pieve Santo Stefano nell’anno del centenario dalla nascita di Saverio Tutino, fondatore dell’Archivio, riveste un alto valore simbolico rintracciabile nella radice che accomuna l’esperienza del “vivaio della memoria” e quella de “la Repubblica”, il quotidiano che dal 1976 annovera Tutino come inviato speciale quale esperto di politica internazionale, che successivamente Mauro dirigerà per ben vent’anni, dal 1996 al 2016.
Quella radice comune è la persona: il lettore, il diarista, sono posti al centro di progetti culturali che richiedono reciprocità, che chiedono loro di esprimersi, di diventare protagonisti della storia e del presente, di costruire una comunità identitaria. Una comunità che, per utilizzare le parole di Mauro, non si fonda sul “con chi stai” ma sul “chi sei”.
Dopo aver lasciato il timone di Repubblica, Mauro ha trasferito questi stessi valori in prestigiosi progetti editoriali e documentaristici, raccontando alcune tra le pagine più importanti e controverse del Novecento: dall’avvento del Fascismo in Italia alla sua caduta, alla rivoluzione in Russia, al crollo del Muro di Berlino. Anche attingendo alle fonti diaristiche per completare l’affresco della grande storia con un punto di vista ormai divenuto imprescindibile, quello delle persone comuni.
Il Premio sarà consegnato il 17 settembre nell’ambito della manifestazione conclusiva del Premio Pieve 2023.

Tags: Premio Città del diario Premio Pieve Premio Pieve Saverio Tutino Ezio Mauro