OroArezzo, ricambio generazionale per gli orafi e i gioiellieri
Nella giornata conclusiva di Oroarezzo, presentato il Career Day: 100 studenti incontrano in fiera le aziende che hanno posizioni lavorative aperte. Federpreziosi, per i gioiellieri il presente e il futuro è multicanale: superata la distinzione tra commercio fisico e digitale. Anche per comunicare con la clientela
Arezzo, 14 maggio 2024 – Gli orafi del futuro incontrano le aziende che programmano il ricambio generazionale oggi. Ultima giornata di Oroarezzo 2024, ad Arezzo Fiere e Congressi, e Italian Exhibition Group lancia il Career Day: un centinaio di studenti aretini tra i corridoi della fiera incontrano le imprese che cercano competenze e talento. «Il lavoro nel distretto orafo c’è – ha detto Roberto Santi, dirigente dell’Istituto Tecnico Professionale di Arezzo alle ragazze e ragazzi in auditorium –, e il numero di pensionamenti annuali, circa 300, non è rimpiazzato dal numero dei diplomati. Gli istituti aretini garantiscono un’offerta di soli 46 diplomati all’anno». La spinta tecnologica di Industria 4.0 e dei fondi PNRR che la Fondazione ITS TAB ha a disposizione garantiscono la formazione delle giuste competenze. Per chi, invece, volesse proseguire il percorso di studi, il Master in Storia, Design e Marketing del gioiello è il valore aggiunto, ha ricordato Paolo Torriti, direttore del Master.
Commercio nei punti vendita fisici contro commercio online, la distinzione è superata. «Il commercio è uno solo, multicanale» dice Pierluigi Ascani dell’istituto di ricerche di mercato Format Research, durante Oroarezzo. Le gioiellerie più strutturate riescono a dotarsi oggi del livello di organizzazione per far fronte alle nuove richieste dei consumatori. Lo certificano i numeri, presentati in anteprima da Federpreziosi a Oroarezzo. Fatto 100 il numero di addetti nel 2013, in 10 anni ha perso 14 punti base, ma il numero delle gioiellerie ha perso 24 punti base. Il numero degli addetti è superiore al numero gioiellerie. Dunque meno gioiellerie ma più strutturate e con più dipendenti, e questa è una buona notizia», ha detto Ascani. In un mercato da 6,3 mld solo per le gioiellerie, la distribuzione sul territorio nazionale vede al Sud e Isole il 40,5% delle gioiellerie a fronte del 30,4% degli addetti, nelle regioni del Nord Ovest abbiamo una situazione più equilibrata con il 22,6% delle gioiellerie e il 23,9% degli occupati; a Nord Est il 15,6% di gioiellerie e il 25,8% di occupati; nel Centro Italia 21,3% gioiellerie e quasi il 20% degli occupati. Dei 6,5 mld, 938 mln arrivano dal commercio elettronico. È il valore del solo commercio elettronico prodotto da gioiellerie, che confermano un appeal riconoscibile sul cliente anche per la vendita online. Appeal che si sostiene sugli investimenti in comunicazione: tecnologia, formazione e professionalità servono a costruire un flusso di comunicazione che sia ibrido e integrato nei diversi canali online (il cui presidio, secondo i consumatori e il mercato, oggi è dato per scontato) e che conduca fino al negozio fisico. Ai talk hanno partecipato Stefano Andreis, presidente Federpreziosi Confcommercio, Elena Spanò, presidente Federpreziosi Confcommercio Firenze Arezzo e Simone Haddad, vicepresidente Federpreziosi Confcommercio Roma.
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