Gratien a Rebibbia, la Curia aretina: "Vicinanza alla famiglia Alessandrini Piscaglia, attesa per gli atti"

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Padre Graziano ha ucciso Guerrina Piscaglia in un impeto di rabbia. Poi ne ha occultato il cadavere. Si parla di un complice. La Chiesa aretina: "Vicini alla famiglia Alessandrini-Piscaglia, in attesa delle motivazioni della sentenza"

Gratien Alabi, lo riferisce il Corriere di Arezzo, che con il giornalista Luca Serafini ha seguito passo la vicenda di Ca' Raffaello ha "goduto dell'aiuto di qualcuno soprattutto nella fase dell'occultamento e della soppressione del cadavere. Le indagini hanno spaziato in più direzioni, dalla sfera dei religiosi che condividevano la canonica di Cà Raffaello (altri due preti di colore), a certi amici di Perugia di Alabi, fino alla cerchia parentale della vittima e del paese, comprese presunte rivali di Guerrina. Nessun elemento è emerso. Il ritardo con cui partirono le indagini, per i depistaggi ispirati dallo stesso padre Graziano, ha favorito chi aveva interesse a rimanere nell'ombra".

Depistaggi che non hanno confuso gli inquirenti. Il prete congolese, rivela invece Salvatore Mannino su La Nazione, fa partire "un sms dal cellulare di Guerrina alle 17,26 del primo maggio, «non cercatemi - vi sta scritto in un italiano sgrammaticato - vado a Gubio col mio amorozo marochino». Francesismi evidenti e Alabi viene dal Congo, paese francofono". Anche il destinatario lo frega: l'sms arriva al numero di un prete, tale "Hilary Okeke, amico di Graziano, l’unico a conoscerne il numero, del tutto ignoto a Guerrina".

"E Gratien - scrive ancora il Corriere di Arezzo - non ha mai parlato. Lo farà ora? Difficile. Il dubbio forte che il sacerdote abbia goduto di almeno una complicità nasce dal fatto che il delitto avvenne nel primo pomeriggio, per strozzamento dicono i giudici, lungo la Marecchiese o nella canonica. In pochi minuti il prete avrebbe dovuto far sparire il cadavere della donna, tra l'altro piuttosto corpulenta. Alabi aveva fretta perché doveva andare a celebrare un funerale al quale arrivò tardi. Non conosceva i luoghi dove nascondere un corpo ed era zoppo per un incidente stradale. Anche soltanto per caricarlo in un'auto presupponeva l'auto di qualcuno. I quattro mesi circa di tempo lo hanno favorito, ma compiere tutto da sé senza essere notato appare difficile. Per quanto accertata la responsabilità del 49enne congolese, non si saprà mai come andarono le cose, dove è finito il corpo e chi partecipò al delitto. A meno che nel carcere di Rebibbia - condannato a 25 anni di reclusione dopo il rigetto della Cassazione - Gratien Alabi decida di collaborare con la giustizia per la verità".

Intanto "la Curia aretina, appresa la notizia dell’avvenuto giudizio a carico del rev. Alabi, ha già rinnovato la propria pastorale vicinanza alla famiglia Alessandrini-Piscaglia per la dura prova sopportata e, nel rispetto della Magistratura, è in attesa di conoscere l’intera sentenza della Suprema Corte".

Photo Credits: TGCom24

Tags: Padre Graziano Guerrina Piscaglia

Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione