Nomina Macrì, si muove il Comune: Arezzo ricorre al Consiglio di Stato

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Macrì fu votato praticamente da tutti i sindaci della Provincia di Arezzo. “Convinti di aver agito in modo corretto e trasparente - spiega il vicesindaco di Arezzo Lucia Tanti - sono certa della bontà del percorso fatto dal Comune di Arezzo: abbiamo il diritto e il dovere di sostenere le nostre ragioni".

La sentenza, a firma del presidente Concetta Anastasi, fu pubblicata il 13 ottobre 2022: il Tar del Lazio respinse il ricorso avanzato da Francesco Macrì, da Estra e dal Comune di Arezzo, contro la delibera di Anac che a novembre del 2021 lo aveva dichiarato decaduto dal ruolo di presidente di Estra che ricopriva dal 2016. Nell'istanza, presentata da Gaetano Viciconte, avvocato di Francesco Macrì, sulla base di precedenti analoghi, si richiedeva il reintegro di Macrì in quanto "Estra non è una società di diritto privato sotto controllo pubblico e la nomina di Macrì non sarebbe stata fatta esclusivamente dal Comune di Arezzo, ma dal cda di Estra, senza collegamenti con il patto sociale". Niente di tutto questo per Anac prima e Tar poi: l'incarico venne giudicato "inconferibile" in base alla legge Severino. Non poteva infatti considerarsi decorso il cosiddetto "periodo di raffreddamento" di 2 anni previsto per legge: nel caso di specie, dalla carica di consigliere comunale alla presidenza di Estra. Oggi la decisione della Giunta aretina di ricorrere al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar del Lazio.

“Il Comune di Arezzo - spiega Tanti - è assolutamente convinto di aver agito in modo corretto circa la designazione di Francesco Macrì per la presidenza di Estra, ben ricordando che questo Comune ha proposto e, al pari degli altri comuni, votato in assemblea di Coingas (dove il Comune di Arezzo non detiene la maggioranza) la designazione di Macrì. Pur nel pieno rispetto della sentenza n. 13058/2022, pubblicata in data 13/10/2022, del TAR del Lazio che ha respinto il nostro ricorso contro la delibera Anac, su mandato della Giunta stamani mattina ho avviato le procedure per proporre ricorso al Consiglio di Stato avverso a tale sentenza nominando difensore dell’Amministrazione Comunale il Prof. Avv. Giuseppe Caia del Foro di Bologna.
Siamo infatti del tutto certi che il percorso intrapreso dal Comune di Arezzo fosse trasparente e legittimo e quindi intendiamo portare avanti le nostre ragioni in ogni sede come, peraltro, è nostro diritto e dovere. Ribadisco qui, come ho sempre fatto in questi anni, che alla correttezza del percorso formale si è unita anche una scelta opportuna nella proposta di Francesco Macrì, votata praticamente da tutti i sindaci della provincia di Arezzo, che nel ruolo di presidente ha svolto - a mio personalissimo avviso - il suo incarico con competenza, portando importanti risultati a vantaggio del territorio e delle nostre comunità”.

Ricordiamo che il Consiglio di Stato è un organo di rilievo costituzionale. Previsto dall'articolo 100 della Costituzione, che lo inserisce tra gli organi ausiliari del Governo, è organo giurisdizionale, ed è anche massimo giudice speciale amministrativo, in posizione di terzietà rispetto alla pubblica amministrazione italiana, ai sensi dell'articolo 103 della Costituzione.

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