Processo Coingas, chi dice "Arezzo torni alle urne in caso di condanna del sindaco"

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La condanna del sindaco anche in primo grado, in base alla legge Severino, comporterebbe la sospensione dal ruolo e la reggenza verrebbe affidata al vice sindaco, "che non è mai stato super partes". Lo sostiene il MoVimento 5 Stelle Arezzo, che evoca il ritorno alle urne degli aretini.

Il Sindaco è esposto, in base alla cosiddetta "legge Severino", alla sospensione per 18 mesi dal ruolo in caso di eventuale condanna anche in primo grado. Se ciò accadrà lo sapremo a metà febbraio, quando è prevista la lettura della sentenza del cosiddetto processo Coingas, dopo le due udienze del 3 e 4 febbraio dedicate ancora alle arringhe degli avvocati difensori degli undici imputati. Intanto chi si porta avanti sono i pentastellati aretini, che chiedono il ritorno alle urne in caso di condanna di Ghinelli: 

"Abbiamo seguito con attenzione ogni fase del processo Coingas/Multiservizi. Per il sindaco l’eventuale condanna ad un anno e mezzo per abuso d'ufficio, come richiesto dal PM, comporterebbe la sospensione dal ruolo istituzionale, con i poteri che passerebbero al vicesindaco, la quale in ogni sua uscita sui media locali ha sempre difeso l'operato del primo cittadino, è stata inoltre una forte sostenitrice del ricorso del Comune di Arezzo al Consiglio di Stato circa la vicenda della nomina di Macrì alla presidenza di Estra. In tutte queste vicende, a nostro avviso, avrebbe dovuto mantenere una totale imparzialità ma nei fatti, non ha mai mostrato di essere super partes.
Per questi motivi, se si concretizzasse l’ipotesi della condanna del primo cittadino di Arezzo, non potremmo accettare un governo comunale a guida della vicesindaco, quindi chiederemmo senza indugio le dimissioni immediate e irrevocabili del sindaco e il ritorno al voto.  Non potremmo neanche appoggiare nessuna soluzione alternativa perché in quel caso sarebbe venuta meno quella fiducia che è alla base della vita democratica. Trascorsi i termini di legge si dovrebbe tornare alle urne. La gestione della cosa pubblica è una questione seria, deve essere scevra da ombre, significa operare le scelte in favore della città, affinchè quest’ultima possa crescere, prosperare, creare nuove opportunità di lavoro e benessere, con una ricaduta positiva su tutti gli aretini e tutto il territorio". 

"A questo punto le conclusioni spettano all'apparato giudiziario", si legge in chiusura della nota del MoVimento 5 Stelle Arezzo.

Ricordiamo che il Pubblico Ministero ha formulato le richieste di condanna: sei anni per Francesco Macrì, due anni e due mesi per Alessandro Ghinelli, quattro anni e sei mesi per Pier Ettore Olivetti Rason, due anni e sei mesi per il consigliere comunale Roberto Bardelli, due anni e sei mesi per l'ex presidente della Multiservizi Luca Amendola, un anno e sei mesi per l'assessore al bilancio Alberto Merelli e quattro anni per il commercialista Marco Cocci. È stata invece chiesta l’assoluzione per Lorenzo Roggi, il presidente di Coingas Franco Scortecci, Mara Cacioli e l'avvocato Stefano Pasquini. Dall'altra parte gli avvocati difensori hanno esposto le proprie obiezioni.

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