Arezzo, deposito di merci, materiali e attrezzature non autorizzato: scatta il sequestro

. Inserito in Cronaca

Nei giorni scorsi i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Arezzo, unitamente al Dipartimento Arpat e alla Polizia Municipale di Arezzo hanno scoperto, in città, un terreno posto in corrispondenza di civili abitazioni all’interno del quale insisteva una vera e propria unità locale operativa di una nota impresa edile aretina allestita su terreni agricoli e residenziali.

Nella fattispecie, venivano rinvenuti alcuni immobili ad uso agricolo, attestati come tali anche nelle pratiche di condono degli stessi, che risultavano essere, nella realtà, dei depositi di merci, materiali e attrezzature in tutto e per tutto funzionali alle attività edili e come se ciò non bastasse, accanto ai medesimi, sorgeva uno stoccaggio di rifiuti da costruzione e demolizione.

L’intervento, svolto d’iniziativa dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Arezzo, ha portato alla luce una sorta di sito produttivo di fatto non compatibile con l’attuale destinazione d’uso del suolo e, secondo l’ipotesi accusatoria, neanche astrattamente autorizzabile ai sensi dell’attuale strumento urbanistico poiché quei terreni essendo destinati in parte a civili abitazioni (cosiddetta mixitè urbana) e in parte ad attività agricole, non ammettono insediamenti produttivi o comunque finalizzati ad attività industriali/artigianali e, men che meno, lo stoccaggio di rifiuti speciali o la gestione negli stessi.

Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti tecnici ai quali non potrà che seguire lo sgombero del sito e la restituzione di quei terreni alla loro naturale destinazione. Quanto ai rifiuti oggetto degli stoccaggi derivando da cantieri allo stato ignoti si renderanno necessari approfonditi accertamenti per confermare o escludere la presenza di sostanze pericolose prima di autorizzare il loro smaltimento. Infine le coperture degli immobili essedo costituite da lastre di ‘’eternit’’ in parte danneggiate le stesse dovranno essere oggetto di una preventiva valutazione da parte dell’Autorità Sanitaria competente per la loro progressiva rimozione e smaltimento.

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