C'è ben altro che non uscire di casa

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Quello che viviamo è un regresso indietro di molti anni? Forse sì. In passato la salute era considerata un problema di ordine pubblico, cioè come lotta alle malattie pericolose per l'incolumità pubblica. Non a caso nel Testo Unico del 1934 le competenze erano affidate al Ministero dell'Interno. 

Oggi siamo tornati lì, perchè le misure di contenimento del covid-19 sono, di fatto, provvedimenti di ordine pubblico. Tuttavia parlare di dittatura fa ridere i polli. Le dittature, almeno alcune, sono state una cosa seria, così seria da meritare il disprezzo (o il rispetto) della storia.
Qui non c’è la dittatura, siamo onesti. Vi sentite compressi nei vostri diritti perché v’impediscono di uscire da casa? Andate a rileggervi la Costituzione, che può anche stare sulle scatole, ma è quella che abbiamo.
L'art. 16 stabilisce che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. C’è un problema sanitario? A occhio mi pare di si.
Di una cosa sono sicuro al cento per cento: non è stata violata la libertà di pensiero, visto le idee che albergano in certe teste, non è stato compresso il diritto alla libera espressione, tenuto conto delle idiozie che si leggono. Né tantomeno è venuto meno il diritto alla sicurezza, anzi è stato rafforzato, considerata la diminuzione dei crimini. Sapete qual è l’unico diritto vero che non trova soddisfazione in questo momento e che rischia di essere messo in discussione anche domani?
La libertà d’intrapresa economica. Le ricadute, stando ad alcuni studi, saranno paurose, si leggono cifre in termini di occupazione e di caduta del PIL da far accapponare la pelle.
Il nodo vero è questo. Come si affronta? Con scelte politiche lungimiranti che nessuno, allo stato dei fatti, è in grado di offrire. Sembra che in pochi abbiano compreso che l’attuale lockdown porterà conseguenze simili a quelle di una guerra.
Quasi tutti gli amministratori locali rimbalzano tra TV locali e Fb per darci, nel migliore dei casi, i numeri sull’epidemia e nel peggiore per polemizzare con gli avversari politici, ma nessuno dice quale impatto avrà questa crisi sui bilanci di comuni, province e regioni.
Nessuno sembra porsi il problema, con la segreta speranza che alla fine qualche santo provvederà. Forse arriverà la manna dal cielo, o forse no. In ogni caso sarà bene che Sindaci e Presidenti affrontino il tema guardando in faccia i cittadini. Perché con la caduta del gettito fiscale, le urgenze di un'economia post-bellica e in assenza di strategie, si rischia di fare il botto. L’alternativa è un drastico ridimensionamento delle funzioni pubbliche: licenziamento dei dipendenti (oggi possibile), riduzione degli stipendi, blocco delle manutenzioni, diminuzione dei servizi, ulteriore stretta sugli investimenti. Altro che rinascita e nuova economia, qui c’è il ritorno al medioevo.

Tags: Costituzione Covid-19

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.