La strategia della terra bruciata

. Inserito in #madecheseragiona

Che la destra (non il centro-destra) abbia vinto le ultime elezioni politiche non ci piove. Le ha vinte sul piano dei numeri, grazie alla strategia da kamikaze adottata dal centrosinistra. Un centrosinistra unito quando c’è da dividersi, diviso quando c’è da unirsi. Questa però è acqua passata. Il tema che ci offre l’attualità è un altro: è l’uso che si fa della vittoria (numerica) per azzerare il ruolo politico delle opposizioni.

Un canovaccio già visto in regimi come quello di Orban e di Putin. Oggi tocca al PD passare sotto la macina, domani chissà. La strategia è quella della "terra bruciata". Rimuovere o distruggere tutto ciò che può rendere l’avversario in grado di continuare la guerra. Questa vicenda delle visite in carcere al detenuto Cospito è rivelatrice: si prende spunto da un fatto singolo per accusare in toto la sinistra democratica italiana di essere genuflessa e “fiancheggiatrice” di mafia e terrorismo. Ma non basta, sulla scia di un dibattito parlamentare, invero assai rozzo, spunta fuori la “minaccia alla democrazia” da parte degli anarchici. Si dilata così l’agenda della paura e si tagliano tutti gli altri argomenti: dal carovita agli stipendi, dai mancati accordi in Europa all’aumento del costo del denaro. Tutto azzerato in nome del pericolo anarchico quasi fossimo nelle Asturie del 1934.
Sbaglia la destra a pensare che la politica sia giuocare ad asso pigliatutto, è un giochetto che ancora può funzionare dalle parti della steppa ma non in un paese inserito a pieno titolo in Europa e nel mondo occidentale. La politica non si fa con il rancore, con la voglia di vendetta, con l’annichilimento dell’avversario e il rifiuto del confronto. Un metodo che in verità trova ampia diffusione.
Ma perdiana ve ne siete accorti, anche solo sfogliando le pagine di cronaca provinciale, che nelle amministrazioni locali è la stessa cosa? È solo un fiorire di pettegolezzi, accuse reciproche e niente politica. Ve ne siete accorti che da parte di sindaci e assessori si è perso il gusto del dibattito, perfino quando vengono chiamati in causa per fatti gravi? Si preferisce glissare e darsi alle comparsate. Addirittura asfaltare una strada, in questa logica, è diventato un evento. Il resto è operetta, musica allega e parole smielate, sembra di vivere nel paese dei campanelli.
Al netto di queste considerazioni lasciatemi però dire che un errore è stato fatto. Per esempio io avrei evitato di visitare Cospito in carcere. Non per un calcolo di interesse ma perché perfettamente inutile, un mero gesto formale. Purtroppo il protagonismo ad ogni livello è diventato misura di tutte le cose.

Tags: Partito Democratico

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.