"Possa la mia vita servire", quattro spettacoli per capire chi siamo. Il via con la storia di Impastato

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Al via la stagione primaverile di Materiali Sonori al Comunale di Cavriglia con quattro spettacoli dedicati alla narrazione storica e all’impegno civile nel nostro Paese negli ultimi cento anni.

Dopo la stagione di Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, si annuncia una nuova rassegna al Teatro Comunale di Cavriglia, che partirà a metà aprile e si concluderà i primi di maggio. Il Comune e la Materiali Sonori propongono “Possa la mia vita servire”, una serie di quattro spettacoli “per capire chi siamo”, dedicata al teatro di impegno civile e di narrazione storica, con proposte che attraversano un intero secolo di storia d’Italia, dal delitto Matteotti ai campi di sterminio nazisti, fino al rapimento di Aldo Moro e all'uccisione di Peppino Impastato. 

Si inizia venerdì 5 aprile con una produzione di Dritto e Rovescio con la regia di Riccardo Vannelli: “Amore non ne avremo” di e con Carlo Albè con le musiche dal vivo di Francesco Moneti (violinista e chitarrista di Modena City Ramblers e Casa del vento). Lo spettacolo, che ha debuttato proprio in questi giorni e che sta riscuotendo grande successo, è un monologo che racconta in modo originale, attraverso le sensazioni di un giornalista, la storia di Peppino Impastato e della sua lotta contro la mafia. 

Con la regia di Riccardo Vannelli e la produzione di Dritto e Rovescio, è il racconto della notte in cui Glauco, giornalista romano, sta aspettando di andare a prendere il volo diretto per Palermo. Sta andando a Cinisi a intervistare uno degli uomini più coraggiosi nella lotta alla mafia: Peppino Impastato.
È l’8 maggio del 1978, una data che passerà alla storia del nostro Paese.

Impastato ha 30 anni, è cresciuto in una famiglia legata alla criminalità organizzata, ma si è scagliato contro Cosa Nostra, ha scritto su un piccolo giornale che "la mafia è una montagna di merda", ha fondato una radio libera, Radio Aut, si è candidato alle elezioni comunali per Democrazia Proletaria: “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà“.
Albé, accompagnato dalla musica composta ed eseguita in scena da Francesco Moneti (violinista e chitarrista di Modena City Ramblers e Casa del Vento) intreccia la testimonianza del suo personaggio con temi ancora oggi attuali, in un contesto in cui chiaramente emerge la storia di Peppino Impastato, il suo impegno, la forza degli ideali per i quali spese la vita e morì ucciso dalla mafia.

Carlo Albè, classe 1981, lombardo di nascita ma emiliano d’adozione, ha pubblicato otto romanzi, legando l’attività di scrittore indipendente a quella di “contastorie" e portando in tutt’Italia i suoi spettacoli di teatro civile.
”Amore non ne avremo”, che ha debuttato in queste settimane con successo nei teatri di Pavia, Modena, Busto Arsizio, si presenta - per la prima volta nel Valdarno - come una delle produzioni di maggiore rilievo della compagnia teatrale valdarnese che, con la direzione artistica di Riccardo Vannelli, celebra quest’anno i suoi primi vent’anni di attività.

All’evento di Cavriglia aderisce il coordinamento di Libera e verrà introdotto da Pierluigi Ermini, referente valdarnese dell’associazione che da anni lotta contro le mafie e per la legalità e la giustizia sociale.

Venerdì 19 aprile l’Associazione Paro Paro, con il gruppo Amentia Teatro e la regia di Henrj Bartolini propone “Stuck 75190 - Pezzi inutili”, una messa in scena corale liberamente tratta dal libro di Liliana Segre "Finché la mia stella brillerà̀": un viaggio in una delle pagine più̀ terribili della storia dell’umanità, raccontato attraverso gli occhi di una bambina che a 13 anni viene privata della sua adolescenza e deportata nei campi di sterminio prima di Auschwitz e poi di Birkenau.

Sabato 27 aprile debutta a Cavriglia lo spettacolo “Lo stato delle cose” allestito e interpretato da Federico Vigorito e David Marzi, con la produzione di Senza Confine. Liberamente ispirato al libro “Gli eroi di via Fani” di Filippo Boni, lo spettacolo coglie tutto lo spessore del romanzo, che ha come punto fondamentale il 16 marzo del 1978, giorno del drammatico rapimento di Aldo Moro, e del brutale assassinio dei suoi cinque agenti di scorta da parte delle BR. Le loro vite vengono riportate alla luce in un toccante e doveroso racconto che viaggia nel tempo sulle ali del motore più̀ forte: l’amore.

La rassegna si concluderà giovedì 2 maggio con “Il corpo”, omaggio al socialista Giacomo Matteotti, in occasione del centenario del suo omicidio da parte del nascente regime fascista. Una pagina basilare della storia d’Italia portata in scena dalle tre signore del teatro toscano: Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino (sue le musiche originali presentate dal vivo). Lo spettacolo nasce da un’idea di Riccardo Nencini con la regia di Riccardo Marsan e la produzione de Lo Stanzone delle Apparizioni e ha come protagoniste Anna, Julka, Margherita, Velia: quattro donne che hanno legato il proprio destino ai loro uomini... Turati, Gramsci, Mussolini e lo stesso Matteotti. 

Inizio: ore 21.30
Biglietto: 10 € - on line: 8 €

Prevendita: https://oooh.events/
Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - ph. & whatsapp: 377 4494360 ph: 055.9120363

 

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