Pnrr, per il Prc Arezzo "Poco coinvolti i consigli comunali e le cittadinanze"

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PNRR. Nel silenzio generale e senza alcun confronto il Governo, la Regione e i Comuni scelgono i progetti da finanziare, ipotecando il futuro delle città senza alcun coinvolgimento della cittadinanza.

"Nel silenzio generale il Governo e la regione Toscana stanno ipotecando il futuro delle cittadine e dei cittadini toscani con la sostanziale connivenza di molti sindaci e giunte". Lo sostiene la Federazione di Arezzo del PRC. "Risulta infatti che la Regione abbia indicato nel 31 ottobre appena trascorso (per i progetti di riqualificazione urbana in particolare) e nel 31 dicembre (per gli altri progetti) le scadenze per la presentazione di progetti da finanziare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il Partito della Rifondazione Comunista considera grave che per la selezione dei progetti in questione non siano stati sufficientemente coinvolti i consigli comunali né tantomeno le cittadinanze. Avrebbe dovuto invece essere scontato che le comunità venissero fortemente coinvolte nel ridisegno degli spazi delle città, delle periferie e delle frazioni, per le valenze ambientali, sociali e di qualità della vita che ciò determina. Doveva essere garantita la piena partecipazione della popolazione. Invece nulla di tutto questo è avvenuto, e le due scadenze sono passate praticamente in sordina.

Quindi, non ci resta che immaginare come siano andate le cose: in nome dell’emergenza sono stati consultati solo determinati attori sociali. Naturalmente, ipotizziamo che questi attori avranno fatto valere il proprio peso, mantenendo piuttosto ristretta la rosa dei/delle professionisti/e e delle imprese da coinvolgere.

Oltre ad un problema di metodo, si pone anche una questione di merito che riguarda la qualità dei progetti: secondo informazioni pervenute al PRC, in alcuni casi l’urgenza ha giustificato l’impiego di progetti rimasti nei cassetti, in alcuni casi anche di scarsa qualità, oppure quelli in grado di garantire una più immediata visibilità per le maggioranze al governo delle città, senza quindi garantire una programmazione di lungo respiro, senza una seria verifica delle priorità.

Il Partito della Rifondazione Comunista in questi mesi – dentro e fuori i consigli comunali – ha provato invano a evidenziare la necessità di confronto e trasparenza. Invece, in qualche Comune si è assistito alla presentazione di progetti già individuati ma mai discussi.

Tutto ciò va letto all’interno di un quadro abbastanza netto che si è delineato nei mesi della pandemia: a fronte di un sistema economico e di governo che mostrava tutti i propri limiti e le proprie storture sul piano della sanità e dell'emergenza sociale, a fronte della chiarezza con cui sono emersi i danni ambientali e alla salute causati dalle solite vecchie visioni di sviluppo, si è assistito al solito sistema pattizio col rilancio di grandi opere inutili.

Mentre si diffondeva questa “cortina fumogena” da parte delle Giunte dei comuni più grandi, mentre si marginalizzavano i piccoli comuni, si apprendeva dalla stampa che la Toscana sarebbe stata fanalino di coda nella progettazione nell’ambito del PNRR, e il presidente Giani dichiarava che tutto dipendeva dal Governo.

Da notare che le condizionalità per accedere a quei fondi sono molto pesanti, e che a livello nazionale ed europeo già è stato preannunciato chiaramente che è vicina la reintroduzione del patto di stabilità, quindi dell’austerità, con quanto ne consegue.

Rifondazione Comunista chiede a Regione e enti locali una operazione di verità e trasparenza; inoltre, che i fondi PNRR siano finalizzati innanzitutto ad investimenti in sanità e scuola pubbliche, tutela del territorio, lotta alle disuguaglianze sociali e per favorire la tenuta e la ripresa occupazionale, contro ogni speculazione, di merito e di metodo".

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