Indagini Estra, le reazioni

“Si rimane garantisti”, dichiara Donato Caporali, consigliere comunale PD, “e si augura il meglio agli imputati, ma questa volta evitiamoci di aspettare che le intercettazioni o i fatti escano sui giornali, chiediamo una volta per tutte questa benedetta trasparenza e cerchiamo di offrirla a tutti i cittadini, meglio tardi che mai.
Da tempo riflettiamo sull’uso spericolato e politico delle sponsorizzazioni, che ricadono volentieri su eventi del territorio che altrimenti avrebbero difficoltà a esistere. Ma è anche l’ora di alzare il velo su come e quando vengano prese le decisioni su tali elargizioni e quanto valga il bilancio delle stesse. In tempi di estrema crisi, varrebbe la pena porsi anche il problema di ridurre le tariffe per le utenze o dei dividendi ai soci (comuni), no?
Da tempo abbiamo molta curiosità di capire i reali motivi della mancata quotazione in borsa di Estra. Ci piacerebbe leggere le relazioni degli advisor profumatamente pagati per il loro parere. In un mercato così segmentato e regolato come quello dell’energia, non sfugge certo la difficoltà oggettiva a competere con colossi nazionali e internazionali senza poter ricorrere ad aumenti di capitale che la quotazione avrebbe dovuto dare.
E invece a oggi siamo avvolti nel mistero di dichiarazioni vaghe e miracolistiche. Da tempo avremmo voluto capire quali indicatori industriali avessero portato Estra a provare a diversificare il portafoglio servizi, grattando a destra e a manca piccole quote nel settore dei rifiuti. Quale era la strategia allora? E dopo le ultime vicissitudini che vedono Iren prendere il controllo di Unieco e diventare di fatto il gestore, non si è forse sbagliato i calcoli? Non vale la pena capire il senso di quelle operazioni ormai dichiaratamente finanziarie e a perdere?
Ecco, l’occasione è buona, facciamo trasparenza. Lo sostenevamo prima e lo sosteniamo oggi, ritenendo che la magistratura faccia il suo corso e che non si delinei un quadro di degrado ancora maggiore rispetto alle vicende Coingas che la città non merita”.
Il capogruppo consiliare di Arezzo in Comune – Arezzo 2020 Francesco Romizi:
“Esordio migliore alla presidenza per Francesco Macrì non poteva esserci. La sua nomina è arrivata giusto ieri, in tempo per vedere arrivare anche altro. Houston abbiamo un problema, verrebbe da dire: a ‘d’Estra’ dello schieramento politico. Ma per fortuna siamo agli sgoccioli di questa esperienza sempre più compromessa e compromettente”.
In una nota, interviene Arezzo 2020: “Sulle vicende Coingas ed Estra etica e responsabilità impongono le dimissioni“.
“Dalla stampa apprendiamo notizie che ancora una volta gettano una pessima luce sulla politica. La prima: in occasione del rinnovo del cda di Estra il presidente di Coingas non ha rispettato il mandato ufficialmente conferitogli dall’assemblea dei sindaci. La seconda notizia: il presidente di Estra è al centro di nuove e diverse indagini della magistratura dopo quelle già note.
Due fatti a prima vista distinti, uno di carattere politico, l’altro di carattere giudiziario. Entrambi, però, portano ad una medesima conclusione. Ci chiediamo, infatti, come si può godere della fiducia dei cittadini quando da mesi si è al centro di inquietanti ed incessanti interrogativi? E che immagine della politica tutte queste vicende trasmettono all’opinione pubblica? La risposta per noi è una sola e non riguarda i risvolti giudiziari che non ci competono.
È di carattere etico e di responsabilità personale e politica verso le istituzioni. La risposta è racchiusa in una sola parola: dimissioni”.
“Arezzo merita qualcosa di meglio. Scortecci e Macrì facciano un passo indietro. E Ghinelli dica qualcosa“. Lo scrivono in una nota Francesco Ruscelli e Alessandro Caneschi, segretari provinciale e comunale del Partito Democratico.
“Macrì riceve nuovi avvisi di garanzia. Scortecci non rispetta il mandato ricevuto dai sindaci. Ghinelli, che è il principale artefice delle loro nomine, tace. Oggettivamente non è un bel periodo per il centrodestra.
Il PD chiede, a questo punto, azioni rispettose dei cittadini di Arezzo e della storia e del valore di aziende pubbliche quali Estra e Coingas. A Scortecci, i sindaci PD hanno chiesto, già ieri, le dimissioni da presidente Coingas. Oggi il PD provinciale e comunale chiede anche a Macrì di fare un passo indietro da presidente Estra. Su queste aziende non possono continuare a gravare le pesanti ombre che si sono addensate: ne va della loro credibilità e del loro prestigio sul mercato.
Il sindaco Ghinelli, da parte sua, non può rimanere alla finestra come se queste vicende non lo riguardassero. Lo toccano, in parte, anche personalmente. Ma da quello politico questo è principalmente un suo problema: è lui che ho deciso le nomine di Macrì e Scortecci. Se fosse lui a chiedere le loro dimissioni, saremmo di fronte ad un gesto di trasparenza. In caso contrario, il sindaco si assumerebbe la responsabilità di una quanto meno preoccupante condivisione politica”.
“La nomina di Macrì, un normale gioco di potere partitico“: queste le parole con cui il Movimento 5 Stelle Arezzo bolla la vicenda.
“Abuso d’ufficio e peculato sono le accuse contenute nel nuovo avviso di garanzia che la Guardia di Finanza ha recapitato a Francesco Macrì, presidente di Estra, nella mattinata di giovedì 16 luglio. In questi giorni si è inoltre accesa una bagarre politica tra PD e centrodestra aretino il cui motivo è il rinnovo dell’incarico di Macrì. Il PD punta i piedi sulla durata: ‘se il centrodestra perde le elezioni, la maggioranza all’interno dell’assemblea dei soci di Estra potrebbe cambiare’, mentre il centrodestra non tiene minimamente conto dell’indagine che pesa sulla testa del proprio esponente, come se tutto fosse normale.
Qui di normale non vi è rimasto davvero nulla. La prima cosa sensata a cui si dovrebbe pensare è se Macrì ha ed aveva le competenze per amministrare Estra e se, in virtù di quello
che è emerso dalle indagini, è ancora persona di fiducia a cui affidare un incarico così delicato e la gestione di beni e servizi dei cittadini. Oramai si è così abituati a certi squallidi giochi di potere che sembra tutto normale, siamo anestetizzati così tanto da una politica clientelare al punto che nessuno ci fa nemmeno più caso.Se il Movimento 5 Stelle risultasse vincitore alle prossime elezioni comunali, è sicuro che porteremo almeno queste due novità assolute: trasparenza e meritocrazia. Questo è il messaggio forte e chiaro che lanciamo ai cittadini. Non sono le ‘prossime’ elezioni che devono far cambiare i nomi di coloro che sono seduti nelle poltrone del potere, ma è il metodo che deve necessariamente cambiare. Il fine deve sempre essere quello di ottenere il miglior risultato per il cittadino. La politica deve essere al servizio degli aretini e non schiava di giochi di potere”.