Frena l'export aretino nel terzo trimestre dell'anno

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Le esportazioni della provincia di Arezzo, sulla base dei dati provvisori pubblicati dall’ISTAT, si sono attestate nei primi nove mesi del 2023 a circa 7,8 miliardi di euro. Rallentamento abbigliamento e pelletteria, metalli preziosi giù del 13,6%. In crescita alimentari ed elettronica

“Dal confronto con lo stesso periodo dello scorso anno -  sottolinea Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena - emerge che l’export aretino, nel periodo gennaio-settembre 2023, diminuisce dello 0,9% in controtendenza rispetto all’andamento medio regionale (+8,5%). Dopo due trimestri caratterizzati dal segno positivo, nel terzo si è registrata una brusca battuta di arresto per il nostro export (-8,1%). Arezzo si conferma comunque la seconda provincia della Toscana per fatturato proveniente da attività di export che rappresenta il 18,4% del totale regionale, preceduto solo da quelle della provincia di Firenze (35,4%). Allargando l’ambito territoriale, se sommiamo ai 7,8 miliardi di euro i 3,7 miliardi di Siena, possiamo affermare che le esportazioni complessive delle imprese iscritte alla nostra Camera di Commercio contribuiscono con il 27% al totale export della Toscana".

“La principale voce dell'export provinciale, i metalli preziosi, - prosegue il Presidente Massimo Guasconi - è sicuramente una delle componenti che più hanno determinato il rallentamento dell’ultimo periodo: nel periodo luglio-settembre infatti le esportazioni sono diminuite del 13,6%, scendendo al di sotto della soglia del miliardo di euro. Il bilancio dei primi nove mesi si è attestato ad un contro valore di poco più di 3 miliardi di euro, inferiore del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, nonostante che il prezzo dell'oro quotato in euro nello stesso periodo sia cresciuto del 3,8% nelle quotazioni in euro. Come spesso accade, il comparto “gemello” della gioielleria e oreficeria ha registrato un andamento di segno contrario: nel terzo trimestre, infatti, le esportazioni sono aumentate del 2%, spingendo il dato dei primi nove mesi ad oltre 2,4 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 2022. In questo caso il prezzo dell’oro potrebbe aver giocato un ruolo importante nella determinazione del risultato: al netto di questo la reale domanda da parte del mercato estero appare poco più che stazionaria. Anche gli altri due distretti orafi nazionali mostrano segnali positivi, più evidenti in quello valenzano (+9,4%) che in quello di Vicenza (+2,7%). Più brillante il risultato nazionale (+10,7%) sotto la spinta degli incrementi delle province di Milano (+70%) e Firenze (+36,7%). In particolare il polo milanese, sulla base dei dati attuali, è diventato il terzo polo nazionale, sopravanzando, seppur di poco, il volume delle vendite estere della provincia di Alessandria. Tornando alla nostra provincia, verificheremo con i dati relativi ai prossimi due trimestri quali ripercussioni potranno provocare, anche sulle nostre esportazioni, alcuni segnali che sembrano ipotizzare un possibile rallentamento dell’economia europea.”

“Per quanto concerne i mercati di destinazione della gioielleria aretina - commenta il Segretario Generale della Camera di Commercio Marco Randellini – abbiamo nuovamente un rallentamento del primo mercato di sbocco, gli Emirati Arabi Uniti, che nei primi nove mesi dell’anno fa registrare un -6,6% % con un valore assoluto di 514 milioni di euro. In forte crescita il secondo mercato di riferimento, la Turchia che fa registrare un + 57,4% rispetto ai primi nove mesi del 2022 con 428 milioni di euro. Vivace anche il mercato statunitense che, con 320 milioni di euro, evidenzia un +14,3. Passando alla Moda, altro comparto st­­rategico per il nostro export, nel terzo trimestre abbiamo una crescita tendenziale del 2% che porta il bilancio dei primi nove mesi dell’anno a circa 520 milioni di euro in valore assoluto e a +8,7% in termini relativi. Nel terzo trimestre emergono segnali di rallentamento da parte dell’abbigliamento (-0,6%) e dalla pelletteria (-5,8%), che però non intaccano il segno positivo del consuntivo dei primi nove mesi dell’anno: abbigliamento +6,6%, pelletteria +9% e calzature +15,9%.  Se si eccettua il tessile (che peraltro è l’unico settore che rallenta nell’arco dei nove mesi) dove i mercati di destinazione sono soprattutto quelli dei paesi di produzione come la Romania e la Tunisia, negli altri tre settori si confermano Francai e Germania ai vertici  della classifica dei mercati più importanti. Per l’intero comparto moda comunque le prospettive per il prossimo trimestre invitano alla cautela per l’emergere di alcuni segnali di rallentamento locale che si inquadra in una generale tendenza nazionale.”

Fra le altre tipologie merceologiche, gran parte dei settori risulta in crescita: fra i principali si evidenziano prodotti alimentari (+7,8% nei nove mesi), apparecchiature elettriche (+7,5%), elettronica (+12,8%) e macchinari (+27,8%). In flessione, oltre ai metalli preziosi, bevande (-18,7%), prodotti chimici (-23%) e autoveicoli e altri mezzi di trasporto (-17,9%).

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