"Si lavori per la pace in Ucraina, la guerra è inaccettabile". Presidio davanti alla Prefettura di Arezzo Ar24Tv
Un presidio davanti alla Prefettura di Arezzo promosso da Cgil, Cisl, Uil, Arci, Acli, Anpi, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), Emmaus, Chimera Arcobaleno Arcigay e Federazione degli Studenti per chiedere a gran voce che si fermi la guerra in Ucraina e che parta un vero processo di pace.
Alle Istituzioni internazionali, in particolare all’Italia e all’Unione Europea, si chiede di:
Prodigarsi per una cessazione degli scontri con tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale, con principi di neutralità attiva ed evitando qualsiasi pensiero di avventure militari insensate
Chiedere alla Russia il ritiro delle proprie forze militari da tutto il territorio ucraino e la revoca immediata del riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche del Donbass
Attivarsi per garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative al fine di garantire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto
Chiedere il riconoscimento da parte dell’Ucraina dell’autonomia del Donbass prevista dagli accordi di Minsk ma mai attuata, il rispetto della popolazione russofona, la cessazione dei bombardamenti in Donbass, lo scioglimento delle milizie di matrice nazista
Una volta arrivati al cessate il fuoco prodigarsi per una conseguente de-escalation della crisi nel pieno rispetto del diritto internazionale, affidando alle Nazioni Unite il compito di gestire e risolvere i conflitti tra Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione, del diritto internazionale
Cessare qualsiasi tipo di ingerenza indebita nella vita interna dell’Ucraina
Favorire l’avvio di trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l’UE che la Federazione Russa.
Una volta cessati gli scontri la soluzione per una vera strada di Pace non potrà comunque essere il militarismo, ma dovrà partire dal coinvolgimento democratico e da scelte forti di demilitarizzazione e disarmo.