Tragedia di Levane: il bengalese torna in ospedale. Difesa a Detti, l'avvocato della famiglia Piscaglia
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Ha accusato un malore in carcere il trentanovenne del Bangladesh Bilal Miah, resosi protagonista martedì mattina dell’efferato omicidio che ha visto triste protagonista la figlia di nemmeno quattro anni colpita con un’arma da taglio alla gola. Difesa affidata all'avvocato Nicola Detti
Voleva uccidere anche il fratello di 12 anni, che fortunatamente è riuscito però a scappare. Il bengalese, operaio orafo, una volta uscito dall’ospedale valdarnese della Gruccia, era stato trasferito nel carcere fiorentino di Sollicciano, ma una forte crisi depressiva hanno indotto i responsabili della struttura a trasferirlo nuovamente in un policlinico del capoluogo. Aveva infatti tentato il suicidio, troppo forte evidentemente il rimorso per quello che aveva fatto. E col passare delle ore, anche dopo le testimonianze dei conoscenti, ma soprattutto della moglie e del figlio, è confermato che soffriva da giorni di uno stato depressivo dovuto alla paura di perdere il lavoro e di non riuscire più a mantenere la famiglia. Era in cassa integrazione, come tanti in questo periodo, ma aveva vissuto decisamente male il tutto, tanto dal consultare un medico proprio per farsi prescrivere qualcosa che potesse calmare il suo evidente disagio. L’inchiesta sull’omicidio è stata affidata al pm Laura Taddei, mentre sarà Nicola Detti l’avvocato d’ufficio che gli è stato nominato, balzato agli onori delle cronache nazionali per aver rappresentato Mirco Alessandrini, il marito di Guerrina Piscaglia nel processo contro padre Graziano. Stando a quanto prevede la legge, potrebbe andare incontro ad un ergastolo anche chiedendo la classica forma del rito abbreviato.
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