Ci vuole una città per fare una scuola

Il primo di una serie momenti per lo sviluppo dei Patti Educativi di Comunità ad Arezzo

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Scuola, terzo settore, istituzioni, volontariato e mondo dello sport insieme per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica ad Arezzo. Il 4 aprile alle 16 l’incontro, aperto al pubblico, promosso da Oxfam, Comune di Arezzo, Fondazione Arezzo Comunità e Istituti Comprensivi IV Novembre e Severi, nell’ambito del progetto ComuniTalenti che nell’anno scolastico in corso ha coinvolto centinaia di studenti e docenti in tantissime attività, con l’obiettivo di rendere la scuola sempre più aperta al territorio

Arezzo, 3 aprile 2024 - Rendere la scuola un luogo di crescita sempre più inclusiva di talenti e capacità, aperto alle energie e alle tante realtà associative, culturali e civiche che rappresentano un valore aggiunto per il territorio.  Per contrastare il rischio di dispersione scolastica e povertà educativa, anche attraverso uno strumento “chiave” come i Patti Educativi di Comunità, introdotti dal Ministero dell’Istruzione per affrontare sui territori le emergenze del mondo scuola.

Parte da questo obiettivo l’incontro, aperto al pubblico, “Ci vuole una città per fare una scuola”, in programma il 4 aprile alle 16 presso l’Istituto Comprensivo F. Severi di Arezzo e promosso da Oxfam con il Comune di Arezzo, la Fondazione Arezzo Comunità e gli Istituti Comprensivi IV Novembre e Severi, nell’ambito del progetto “Comuni Talenti”, finanziato da Impresa Sociale “Con I Bambini”.

Il primo, di una serie di momenti di conoscenza e confronto tra tutte le realtà della città che hanno, a vario titolo e misura, compiti e responsabilità educative, a cui parteciperanno tra gli altri: il direttore della Fondazione Arezzo Comunità, Alfredo Provenza, i Presidi Chiara Savini e Marco Chioccioli, il presidente dell’Associazione I Care Pierluigi Ricci, il responsabile dei Programmi in Italia di Oxfam Alessandro Bechini, la responsabile dell’area di lotta alla povertà educativa di Oxfam Italia, Elisa Carboni e l’esperto welfare comunitario di Oxfam Italia, Lorenzo Luatti.

Per iscrizioni: https://forms.gle/WDYh4A83HprFUXad7

L’appuntamento di domani arriva dopo mesi di intenso lavoro realizzato dall’inizio dell’anno scolastico per arricchire l’offerta formativa rivolta a centinaia di studenti dei due Istituti Comprensivi, tra laboratori musicali, di teatro, di fotografia, incontri, attività di dopo scuola, presentazioni di libri e fumetti e molto altro. Grazie alla collaborazione con tante realtà e associazioni come: Progetto 5, Sempre Positivi, I Care, Fraternita dei Laici, Officine della cultura, Fondazione Monnalisa, Electra e Farrago.

“La lotta dell’abbandono scolastico e alla povertà educativa sono sfide complesse, che né la scuola, né una singola associazione o ente locale, possono vincere da soli. -  spiega Elisa Carboni di Oxfam Diviene perciò cruciale il lavoro che associazioni, istituzioni, soggetti privati e scuole possono realizzare insieme attraverso i Patti di comunità. Uno strumento che responsabilizza ciascun soggetto, con l’obiettivo comune di non lasciare indietro nessuno, soprattutto i ragazzi più deboli e a rischio dispersione. Un impegno, dentro e fuori la scuola, che nei prossimi mesi e anni vogliamo portare avanti con sempre maggiore impegno e il coinvolgimento di sempre più realtà”.

“La scelta di camminare tutti assieme verso un obiettivo, la qualità dei servizi educativi della città di Arezzo, è il compimento di una proficua collaborazione tra il Comune, il mondo della scuola e il terzo settore. - ha aggiunto il vicesindaco Lucia Tanti - Acquisendo le voci di tutti questi protagonisti, è possibile innanzitutto leggere e interpretare i cambiamenti in atto nella società contemporanea. Ma questo, per quanto utile e necessario, non può bastare: nel momento in cui viene intercettata una nuova esigenza, come ad esempio evitare che i ragazzi abbandonino prematuramente gli studi, dobbiamo farci trovare pronti e reagire. Partendo da una consapevolezza: nessun attore istituzionale o associazione può farcela da solo. Non a caso, quando abbiamo pensato a una fondazione che si occupasse di servizi alla persona, ci siamo richiamati fin dal nome a un concetto di ‘comunità’, che può essere tradotto anche come ‘alleanza’, ’coesione’. Caratteristiche che ritrovo in questa iniziativa”.

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