Qualità della vita, Arezzo perde sette posizioni: male affari, lavoro, ambiente, cultura – Audio

Le 107 province italiane sono state giudicate sulla base di sei gruppi di indicatori legati alla vivibilità, la sicurezza, l’ambiente ed il lavoro nei vari territori. Al primo posto della classifica Milano, sul podio anche Bolzano e Trento.
Per quanto riguarda la Toscana, la prima città è Firenze al 15esimo posto, in aumento di 7 posizioni rispetto al 2018, seguita da Prato al 27esimo posto che fa segnare un +28 posizioni sulla graduatoria dell’anno scorso. In coda alla classifica regionale Massa-Carrara (71esimo posto) e Grosseto (79esimo posto, in calo di 13 posizioni).
Arezzo nel 2018 era al terzo posto in Toscana, ora scivola al quinto, superata da Firenze, Prato, Siena (35^), Pisa (41^). Appena un gradino dopo la città della torre pendente, la provincia di Arezzo, che occupa la 42^ posizione, meno sette rispetto alla 35^ di un anno fa. Il nostro territorio perde posizioni su quelli che tradizionalmente sono (meglio dire sono stati) i suoi punti di forza: affari e lavoro, dove passa dal 4° al 28° posto, nell’ambiente e servizi dal 36° al 70° posto, nella cultura 45°, sulla giustizia e sicurezza dal 37° al 45° posto. Risaliamo alla voce ricchezza e consumi: dalla 54^ posizione alla 49^. Cultura e tempo libero: in questo caso Arezzo occupa la 45^ posizione, anche qui in flessione dalla 37^ posizione dell’anno precedente.
Nel 1990, primo anno di analisi del prestigioso quotidiano economico, Arezzo occupava la 50^ posizione. In trent’anni il miglior piazzamento è stato il terzo posto nel 2003, il peggior risultato nel 2009, quando ha toccato i bassifondi con la 62^ posizione. Altre due volte è entrata nella top ten finale: nel 1994 e 1998, rispettivamente al numero 8 e numero 9 e 15 volte nelle classifiche di settore, soprattutto in affari e lavoro tra il 2013 e il 2018. Nel 1995 e 1996 ha vinto “Ecosistema urbano”, la classifica di Legambiente che premia le città più green, mentre nel 2016 e 2017 si è piazzata prima per la quota di export sul Pil.
Il report è stato curato da Michela Finizio e Marta Casadei {audionews src=”wp-content/uploads/media/audio/news/2019/12/1576520460_f0eeed6009c612ae94aa8dd597822566.mp3″ cover=”” title=”Marta Casadei ha curato il report”}