Classifica qualità della vita, Tanti: “E’ a livello provinciale, pesa il dato sul sistema sanitario”
La vice sindaco di Arezzo Lucia Tanti commenta i dati sulla qualità della vita stilati da ItaliaOggi, che pongono la Provincia di Arezzo in 59^ posizione, in forte arretramento di dieci posizioni rispetto alla precedente rilevazione. Tanti pone l’accento sul sistema salute, che segna una performance insufficiente. La sanità rimane infatti un punto debole per Arezzo, che si classifica 84ª. Come molte altre province toscane, escluso il trio virtuoso Siena, Pisa e Firenze, il territorio fatica a raggiungere standard adeguati di qualità nei servizi sanitari.
“Pur tenendo conto che i dati sono provinciali è evidente che il comune capoluogo ha tutto l’interesse e il pieno dovere di analizzare questi dati per restituirne una lettura oggettiva e quindi utile. L’analisi dei dati per chi li sa leggere ci dice che lo scivolone del territorio provinciale aretino ha un coefficiente particolare che ne rende ragione. Questo coefficiente è il sistema salute e più propriamente le politiche sanitarie che a loro volta definiscono il sistema salute. Siamo dunque arrivati a quel punto critico che da anni abbiamo cercato di sottolineare e cioè che il sistema sanitario, che è competenza esclusiva della regione, per come è costruito determina un impoverimento della risposta per i cittadini, in particolare in province come la nostra. Nonostante il personale sanitario efficiente e volenteroso, il mostruoso meccanismo delle aslone e una evidente carenza programmatica ed economica della regione portano a perdere anno dopo anno posizioni nelle classifiche nazionali. Non sfugge infatti che proprio là dove si intersecano le competenze ed è primario il ruolo regionale, il centro e il sud della Toscana pagano pegno e inesorabilmente perdono punti che sono servizi. Ma non solo: ci portano giù anche altri dati, quali il numero di disabili per abitante e la carenza di risposte per gli anziani che rappresentano altre due voci critiche rispetto al sistema di welfare regionale. Sulla sicurezza per esempio, dato che mette in correlazione le politiche municipali con quelle del governo Meloni, siamo secondi in Toscana mentre nel momento in cui l’aggancio è con la regione sorprendentemente il segno si negativizza. Questi dati ci rafforzano nel dire che sul sistema sanitario toscano, in particolare per l’area sud est, servono risposte a partire dagli investimenti sul San Donato fino ad arrivare ad una rivalutazione del sistema dell’emergenza urgenza segnatamente il pronto soccorso. al tempo stesso resta il mistero del perché gli investimenti sulla disabilità vedono Arezzo avere meno risorse regionali rispetto all’incidenza di persone con disabilità arrivando al paradosso che province più piccole della nostra e con incidenza inferiore vedono arrivare da Firenze più risorse. Sulla politica regionale in merito agli anziani diventa difficile continuare a dire ancora qualcosa: pochi posti in RSA, stroncatura di ogni soluzione sussidiaria alla istituzionalizzazione, quote sanitarie al palo, nessuna consapevolezza che siamo veramente ad un passo dal collasso del sistema. Dispiace infine che tutte le proposte fatte per trovare soluzioni siano state silenziate più dalla macchina burocratica che non da quella politica, tanto che c’è da chiedersi chi in Toscana, in queste materie, sceglie davvero”.