Gimondi, Brocci de L'Eroica: "Ecco cosa ci siamo detti a La Chianina di Marciano della Chiana"

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"Cadde tante volte, ma si rialzò sempre. Vinse tanto, nelle pieghe e nei passaggi a vuoto del più forte di sempre". I ricordi di Giancarlo Brocci, papà de L'Eroica di Gaiole in Chianti, che lo aveva voluto anche a La Chianina di Marciano della Chiana lo scorso giugno

"So che devo scrivere di Gimondi, uomo Felice, campione Felice, che ha scelto la fuga improvvisa, come era stato nel suo stile in tante vittorie. Preferisco farlo ora, un momento della prima notte fonda, quella dell' indomani, dove i pensieri si raccolgono meglio mentre il resto si rilassa. Gimondi è stato un privilegiato; intanto ha avuto l'avversario più forte di sempre e Merckx gli ha tolto vittorie ma reso gloria infinita anche nelle sconfitte. Ha avuto un esordio trionfale quasi per caso, un Tour che non doveva correre vinto da ragazzo, ha avuto una delle canzoni più belle dedicate al ciclismo e Ruggeri gliel'ha chiamata per nome, come solo Conte per Bartali. Ha avuto il più grande cantore ancora in auge per lui e lumbard, quel Gianni Brera per cui fu Toro Seduto e poi Nuvola Rossa, comunque un capo indiano con rughe, saggezza e carisma indiscusso.
Ha avuto prima il rispetto e poi l'amicizia sincera dell' immenso rivale, sempre al suo fianco negli ultimi anni a cantarne laudi.
Ha avuto, come ci dicemmo all'ultimo incontro a Marciano della Chiana, il privilegio di un podio mondiale ed ormai millenario: aver vinto i 3 grandi Giri più Mondiale, Roubaix e Lombardia. Lui, Bernard Hinault ed il solito Eddy, tanto per rendere idea di quanto sia hors questa categorie e di quanto sia estinta questa razza formidabile di ciclisti per tutte le strade e per ogni stagione. Gimondi a L'Eroica? Un signore, padre di un'altra signora eroica come Norma, entusiasta persino troppo quando decise anche di pedalare. Ma era la sua natura, così come ricordo ancora che appena pochi giorni dopo la sua caduta sull'ultima discesa bianca, sulle sue ultime ferite fresche, ebbe a dire che l' anno dopo non sarebbe mancato. È mancato ora ma ormai, come solo gli immensi, vivrà sempre. Tanto più per coloro, come successe a noi eroici privilegiati, che lo avevano sentito rammentare di quando, ad un maledetto Giro della Catalogna, rese pochi ma decisivi secondi al Cannibale anche a cronometro. "La sera passeggiavo lungomare, cercavo di digerirla ma dovetti accettare che l'altro era più forte, che avrei dovuto cercare fra le pieghe, nei suoi imponderabili passaggi a vuoto". Non ha mai mollato, Felice, e questo forse ha dato maggiori carati ai suoi ori, lo ha reso campione ancora di più. Coppi per Bartali, in fondo, fu una benedizione, come Merckx, ritengo, per lui".

Giancarlo Brocci

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Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione