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venerdì | 17-01-2025

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In piscina senza green pass, ad Arezzo interviene la Polizia Municipale

«Riteniamo che la piscina sia il luogo più sicuro dove effettuare attività sportiva (per il cloro, il distanziamento e l’igienizzazione, confidiamo nel diritto e nel buon senso e ci auguriamo di dare un contributo al ripristino della “normalità”». Lo stesso direttore sportivo Marco Magara, ha spiegato la decisione: «Agiamo in base a principi di sicurezza, salute e diritto – dice -, la sicurezza è stata aumentata con l’attuazione dei protocolli; per la salute, siamo tenuti a richiedere esclusivamente il certificato medico; quanto al diritto, deve essere rispettata la gerarchia delle fonti e un decreto non può andare contro leggi di livello superiore, e il Green pass non è una certificazione medica di salute». Una decisione palesemente contraria alle attuali direttive del Governo che, a partire dal 6 agosto, impongono la Certificazione verde per l’accesso a numerose attività, compresi gli sport – in questo caso al chiuso – come il nuoto, tanto che è dovuto intervenire il Comune: “A seguito delle numerose segnalazioni di utenti in merito alle modalità di accesso al palazzetto del nuoto di viale Gramsci, l’amministrazione comunale fa presente che dal 6 agosto è scattata la norma che ha reso obbligatoria la certificazione verde Covid-19 per entrare in bar, ristoranti, palestre, cinema, piscine e altre attività al chiuso. Con le uniche due eccezioni dei bambini sotto i 12 anni e dei soggetti che per comprovate ragioni mediche non possono vaccinarsi. Il Comune, tramite gli agenti della polizia municipale, ha ricordato al gestore dell’impianto il perimetro normativo entro il quale dovrà svolgersi l’attività e garantirà per il futuro i dovuti controlli”.

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