La Regione Toscana è la prima in Italia ad aver elaborato un Libro Bianco regionale sulla violenza di genere, seguendo le linee tracciate dal Libro Bianco nazionale, presentato il 25 novembre 2024. Il documento toscano, redatto e curato dalla Commissione Pari Opportunità, raccoglie competenze, esperienze e buone pratiche maturate nel territorio, offrendo un quadro completo e aggiornato degli strumenti di contrasto alla violenza e di tutela delle vittime.
Alla costruzione del Libro Bianco hanno contribuito oltre 80 soggetti istituzionali e professionali della Regione Toscana: autorità giudiziaria — magistratura, tribunali, procure, forze dell’ordine — ordini professionali (avvocati, psicologi, commercialisti, giornalisti, assistenti sociali), oltre ai Centri Antiviolenza (CAV) e ai Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV).
Un percorso condiviso che ha permesso di raccogliere visioni e competenze diverse, restituendo un quadro realmente interdisciplinare e interistituzionale.
A sottolineare l’importanza dell’iniziativa è intervenuta stamani Cristina Manetti , ideatrice de La Toscana delle Donne che evidenzia: “La Regione Toscana si fa carico di garantire una formazione realmente interdisciplinare e interistituzionale, così come richiesto dalle più recenti leggi in materia di violenza di genere. Una formazione intesa come strumento di prevenzione e di miglioramento della risposta di tutela della vittima, perché solo un sistema che dialoga, si forma e cresce insieme può assicurare protezione efficace e interventi tempestivi.”
Il Libro Bianco rappresenta dunque un passaggio fondamentale per consolidare un approccio integrato e strutturato nella lotta alla violenza di genere, rafforzando la capacità del territorio toscano di prevenire, riconoscere e contrastare ogni forma di violenza.
“Questo lavoro – ha concluso la presidente della Commissione Pari opportunità Francesca Basanieri- è stato possibile perché la Commissione aveva già avviato da tempo un percorso di rete; l’occasione del Libro Bianco ci ha permesso di consolidarlo ulteriormente.
A un anno dall’uscita del Libro Bianco nazionale, riuscire a realizzarne una versione per la Toscana significa che il nostro territorio era già pronto: possedeva competenze, esperienze e ricchezze che andavano solo messe in rete e portate a sistema”






