Ghinelli duro sulla sanità regionale. Ceccarelli: “Il Covid non è una clava politica”

In un’intervista alla stampa locale Ghinelli ha attribuito la responsabilità della permanenza della Toscana nella zona di rischio arancione alla Regione e ha parlato di dati sui contagi “dopati” dal calo di tamponi. “È il primo Natale vissuto in questo modo dalla fine della guerra e c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte in modo costruttivo. Le polemiche fini a se stesse non servono a niente“, sostiene Ceccarelli.
“Di fronte alla situazione davvero eccezionale che stiamo vivendo mi pare che il sistema sanitario stia dando una risposta importante. Il merito va innanzitutto alle capacità e alla dedizione di tutto il personale medico e sanitario, che sta affrontando questa emergenza con grande professionalità. Anche per questo le parole del sindaco della città capoluogo di provincia risultano stonate.
Ad esempio, il primo cittadino accusa la Regione di ‘voler furbescamente dopare’ il risultato di tamponi e il numero di contagi. È un’affermazione gravissima. In realtà Ghinelli dovrebbe sapere che i tamponi vengono prescritti esclusivamente dai medici e dai pediatri di famiglia. Non sono né la Asl né la Regione a prescriverli. Chi è il soggetto che ‘dopa’, quindi? Nel suo mirino ci sono i medici e i pediatri di famiglia che prescrivono i tamponi? Allo stesso modo che senso ha insistere sull’ospedale da campo quando i sanitari – e non i politici – affermano che una Terapia Intensiva non può essere allestita sotto un tendone?!
È possibile che nella gestione di una fase così complicata ci siano stati anche degli errori ed è ancora più probabile che ci possa essere diversità di opinioni. Questo vale anche per il test pungidito, sbandierato come soluzione al problema in città e di cui ad oggi non si conoscono esiti ufficiali. Io credo che la Toscana stia facendo il massimo per fronteggiare la crisi. Oggi in Veneto ci sono stati 165 decessi, da noi sono meno di un terzo. Sempre troppi, ma eviterei di prendere a riferimento altri modelli. Così come trovo sbagliate e inutili le offese a chi la pensa diversamente. Queste parole non aiutano e sono pericolose, perché creano conflitti quando è necessaria solidarietà, distruggono relazioni quando è necessario cooperare.
Siamo di fronte ad una sfida enorme, anche dal punto di vista psicologico. Dobbiamo lavorare insieme e mantenere i nervi ben saldi. Ognuno di noi faccia il suo dovere: dal semplice cittadino chiamato a osservare le regole al sindaco che deve vigilare sul loro rispetto, magari con qualche controllo in più”.