Fine vita, il governo impugna la legge della Toscana. Scontro politico: “Schiaffo alla dignità”, “Norma scellerata”

FIRENZE / ROMA – 10 maggio 2025 – Il governo ha deciso di impugnare la legge sul fine vita approvata dalla Regione Toscana, nel corso del Consiglio dei ministri del 9 maggio a Palazzo Chigi. Il provvedimento regionale, entrato in vigore tre mesi fa e nato su iniziativa popolare, disciplina le modalità di accesso al suicidio medicalmente assistito, nel solco delle sentenze della Corte Costituzionale del 2019 e del 2024, che ne hanno delineato i limiti, pur in assenza di una legge statale.
Per presentare il ricorso c’era tempo fino al 17 maggio. Già nei mesi scorsi, misure simili adottate dall’Emilia-Romagna erano state sospese. Ora la decisione dell’esecutivo riapre un dibattito mai sopito e, dopo settimane di stallo, rimette in moto il lavoro parlamentare su un possibile testo di legge nazionale.
Ma la scelta del governo ha subito acceso lo scontro politico.
Pd Toscana: “Il governo elude il problema”
«Il governo preferisce porre questioni di competenza legislativa invece di affrontare il tema del fine vita che la Corte ha ben riconosciuto e delineato», hanno dichiarato Enrico Sostegni, presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, e Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd.
«Non siamo sorpresi: ancora una volta si sceglie di impugnare una norma di buon senso e di grande valore umano, nata per dare attuazione a una sentenza della Consulta. Se il problema è la frammentazione normativa, allora si approvi finalmente una legge nazionale. Ma se il vero obiettivo è assecondare la campagna ideologica di alcune associazioni, sarà la Corte a fare chiarezza. Rimane il rammarico per un’occasione persa, non per la Toscana ma per tutto il Paese», concludono i due esponenti dem.
Galletti (M5S): “Ipocrisia e crudeltà, difenderemo la legge”
Non meno dura la reazione del Movimento 5 Stelle. «L’impugnazione della legge toscana è un atto grave e inaccettabile, uno schiaffo a chi chiede soltanto rispetto e umanità nel momento più difficile della propria esistenza», ha dichiarato Irene Galletti, presidente del M5S Toscana.
«La nostra è una legge di civiltà: non obbliga nessuno, ma garantisce regole e tutele a chi, nella sofferenza estrema, chiede di esercitare un diritto già riconosciuto dalla Corte. È paradossale – ha aggiunto – che chi oggi spinge per l’autonomia differenziata si accanisca contro l’autonomia responsabile di una Regione che ha agito nel pieno rispetto della Costituzione. È l’ennesima dimostrazione di un governo incapace di dare risposte, pronto solo a colpire chi le dà al suo posto».
Michelotti (FdI): “Legge incostituzionale, bene il governo”
Di tutt’altro avviso Fratelli d’Italia, che ha rivendicato la scelta del governo come un atto necessario a ristabilire l’equilibrio istituzionale.
«Bene ha fatto l’esecutivo a impugnare la scellerata legge della Toscana sul suicidio assistito», ha commentato in una nota il deputato e vice coordinatore regionale FdI Francesco Michelotti.
«Si trattava di una norma chiaramente anticostituzionale, in violazione del riparto di competenze tra Stato e Regioni. Il fine vita è un tema etico e giuridico che compete esclusivamente allo Stato. Ogni iniziativa regionale rischia di creare confusione e disparità. Il governo ha fatto da argine e noi saremo sempre contrari alla cultura dello scarto», ha concluso.
Nel frattempo, a Roma si torna a discutere di un nuovo testo base per una legge nazionale. Ma i tempi e gli equilibri politici rendono ancora incerta l’approvazione di una norma unitaria su un tema tanto delicato quanto urgente.