Stazione Alta Velocità a Creti. Arezzo perde il treno, vincono Cortona e l’Umbria
Al tavolo tecnico è stato presentato uno studio di 60 pagine, condotto in collaborazione fra i tecnici delle due regioni Toscana e Umbria, elaborato dai dirigenti di RFI, con i rappresentanti del Ministero. Sentite le aziende di trasporto Trenitalia e Italo, valutando circa 30 parametri con le relative ponderazioni, il comitato tecnico ha stabilito che Creti è la località più adatta, con vari pro e contro relativi a tutte le ipotesi esaminate. Entrambe le Regioni hanno presentato nel corso di questi mesi le proprie specifiche osservazioni.
Dossier Medioetruria {rwattachments}
“Non è andata bene”. Stefano Baccelli, assessore regionale ai Trasporti, non ci gira attorno.
L’incontro al Ministero con Rfi sulla realizzazione della stazione dell’Alta velocità Medio-Etruria si è concluso da poco e le sensazioni non sono positive. “Avevamo chiesto di tenere conto di una serie di implementazioni riguardo al Tpl e al trasporto su gomma che non sono tenute nella dovuta considerazione”, prosegue Baccelli. Si trattava dell’ultimo confronto per valutare l’eventualità di dare seguito all’operazione, che avrebbe un costo di 80 milioni di euro. La Regione aveva chiesto di arrivare in fondo con tre ipotesi, per poi valutare caso per caso insieme al Ministero dei Trasporti, Rfi, Trenitalia e Regione Umbria. In ballo Rigutino (voluta da Arezzo), la ristrutturazione della stazione di Arezzo e Creti-Farneta, spinta dall’Umbria e dal Comune di Siena. Rfi invece avrebbe lasciato spazio solo a quest’ultima strada. “Non si capisce come mai si siano limitati solo a questa possibilità – spiega Baccelli -. Ancora non abbiamo avuto il documento, poi decideremo il da farsi”. L’assessore tuttavia avverte: “Non pensino di realizzare la stazione in Toscana senza concertarla con la Regione”.
Medioetruria, Ceccarelli e De Robertis (Pd): “Creti scelta sbagliata e non sostenibile“.
“Nei prossimi giorni avremo modo di conoscere le valutazioni tecniche che hanno condotto a individuare la localizzazione fatta oggi, ma al momento la scelta pare politica, fatta su misura per l’Umbria che va al voto tra pochi mesi”.
Con queste parole il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli e la presidente della quarta commissione Lucia De Robertis commentano la notizia dell’individuazione di Creti da parte del tavolo tecnico come sede di quella che potrebbe diventare la nuova stazione dell’alta velocità in Toscana.
“Si tratta di una scelta che contrasta fortemente con le politiche di mobilità sostenibile promosse in Europa e dal Pnrr. Costruire nel nulla una stazione ferroviaria che non sarebbe raggiungibile su rotaia nel 2030 é del tutto fuori dal tempo. Inoltre, la scelta fatta penalizza gravemente sotto il profilo trasportistico il bacino prevalente, che é certamente quello aretino. La nostra sensazione – concludono Ceccarelli e De Robertis – é che sia una scelta di bandiera e che renderà questo progetto irrealizzabile”.
Medioetruria, Ghinelli: “La scelta di Creti è incomprensibile e di fatto renderà l’opera irrealizzabile”.
“Apprendo con grande sorpresa che il tavolo tecnico ha indicato Creti come la soluzione più adeguata per la localizzazione della stazione Medioetruria e non volendo soffermarmi su malevoli considerazioni, peraltro già sostenute da qualche sindaco dell’Alta Valle del Tevere, mi verrebbe da dire che Creti è la scelta più giusta per non fare l’opera. Si tratta infatti di una localizzazione priva di ogni giustificazione tecnica, logistica, geografica, urbanistica, infrastrutturale, viaria ed economica, che prefigura una ipotetica cattedrale nel deserto con i coefficienti di un’opera ottocentesca. Si ricorda che Creti è fuori dallo scambio ferro-ferro, e quindi raggiungibile solo tramite auto privata in un contesto di assolutamente insufficiente infrastruttura viaria e di mancanza dei servizi necessari per renderla solo lontanamente adeguata. Oltre ad una localizzazione completamente avulsa da ogni dinamica infrastrutturale, il bacino di Creti è esattamente la metà del bacino calcolato per Rigutino e i costi di realizzazione non giustificano una scelta del tutto inadeguata. E queste sono le ragioni tecniche che tuttavia non possono mettere in secondo piano le ragioni politiche entro le quali questa scelta è maturata e che sembrano rendere le prime assolutamente subordinate alle seconde. La prima: Regione Umbria ha giocato un ruolo da impropria protagonista ai danni di Regione Toscana che invece è l’ente deputato ad avere un ruolo prioritario nelle dinamiche di valutazione e nelle conseguenti scelte di realizzazione. La seconda: si apre una frattura trasversale tanto nel centro sinistra quanto nel centro destra ma che ovviamente, per quanto riguarda il centro destra richiede una analisi approfondita del perché la parte umbra abbia avuto così peso rispetto alla parte toscana. Ultima nota di valutazione: restano tutte da spiegare le motivazioni che vorrebbero una infrastruttura così impegnativa e d’impatto in un contesto di pregio ambientale che non si presta certamente a operazioni di questo tipo, ma al contrario a valorizzazioni ambientali e turistiche. La scelta di Creti penalizza in maniera forse definitiva la crescita turistica della Valdichiana che oggi non vince la battaglia della stazione ma diventa sostanzialmente una appendice funzionale agli interessi politici umbri in un’opera che, con queste caratteristiche, non serve a nessuno”.
Il Comitato Sava, che con studi, dimostrazioni e incontri ha dimostrato la fondatezza della realizzazione della stazione a Rigutino, scrive sui social: “Lo zampino della politica… come avevamo anticipato, RFI, fregandosene delle analisi, vuole andare dritta su Creti.