Camiceria Gherardi: un accordo per valorizzare il lavoro

La crisi ha ripreso a “mordere” il settore delle confezioni ma ci sono, comunque, imprese che continuano a produrre e a vendere. E a siglare quelli che gli addetti ai lavori definiscono contratti espansivi, accordi che~ testimoniano la volontà dell’imprese di investire nei suoi lavoratori attraverso la contrattazione aziendale e quindi il dialogo con i sindacati.

E’ il caso della camiceria Alessandro Gherardi di Pieve Santo Stefano dove la proprietà ha sottoscritto con le Rappresentanze sindacali unitarie dell’azienda e Filctem Cgil e Femca Cisl, un’intesa che porterà, nel 2024, 700 euro netti ai 70 dipendenti con la formula del welfare aziendale.

“Questa azienda – ricordano i dirigenti dei due sindacati, Alessandro Mugnai e Jacopo Maccari – aveva già dimostrato in passato di sapere reagire alle situazioni di crisi. Lavorava per il marchio Perla e dopo le vicissitudini di questo gruppo, ha radicalmente cambiato produzione ed ha puntato sulla camiceria, ottenendo importanti risultati, soprattutto sui prodotti su misura e consolidando la collaborazione con le grandi firme della moda”.

Per i sindacati è un significativo primo passo anche per avviare al meglio quei processi d’innovazione produttiva tenendo certo conto di determinate caratteristiche e strategie aziendali ma puntando al massimo coinvolgimento dei lavoratori quali soggetti attivi e consapevoli.

“L’accordo che abbiamo sottoscritto – concludono Mugnai e Maccari – è un segnale positivo per il settore. La prova che si può reagire alla crisi con innovazione e determinazione coinvolgendo lavoratrici e lavoratori con risultati premianti legati ad una maggiore produttività che determina un migliore ambiente di lavoro e redistribuendo agli stessi i risultati ottenuti. Precarità, stipendi irrisori, diritti violati non aiutano a crescere. La strada maestra è quella di investire sui lavoratori e lavoratrici con il confronto sindacale.

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