La Camera di Commercio di Arezzo-Siena esprime preoccupazione sulla situazione della SGC E 45
La Camera di Commercio da molti anni è impegnata a sostenere, in ogni sede, le politiche di sviluppo infrastrutturale che favoriscano i sistemi economici locali, l’accessibilità dei territori provinciali valorizzandone la posizione baricentrica rispetto alle direttrici di collegamento Nord-Sud ed Est-Ovest.
“Sono passati giusto 10 anni- “evidenzia il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi”- dal Convegno dedicato alla SGC E 45 ed il completamento della SGC E78 che la Camera di Commercio aveva promosso e organizzato, invitando la Provincia e le Regioni Toscana ed Umbria a Sansepolcro e che aveva visto presenti rappresentanti dell’ANAS e del Ministero delle Infrastrutture.
Nell’occasione facemmo, anche a nome di tutto il sistema imprenditoriale, due precise richieste: quella di garantire, in attesa della realizzazione dei progetti che da decenni prevedono l’adeguamento dell’attuale SGC Orte-Ravenna in un nuovo asse autostradale, un livello adeguato di servizio alla viabilità esistente, penalizzata da una situazione di inammissibili criticità e quella di garantire in ogni caso il diritto alla mobilità delle popolazioni e delle imprese residenti nei territori percorsi dalla E45.”
“Dopo 10 anni registriamo, con molta amarezza, che tali richieste sono state del tutto inascoltate- prosegue Guasconi -.
La chiusura del viadotto Puleto sta causando gravi disagi alle popolazioni ed enormi danni al nostro sistema economico.
Come Camera di Commercio di Arezzo-Siena esprimiamo appoggio e vicinanza alle imprese ed ai cittadini della Valtiberina aretina e dei territori limitrofi che stanno subendo le conseguenze dell’interruzione della SGC E45.
Chiediamo inoltre a tutti le Autorità interessate di individuare, in tempi rapidissimi, soluzioni alternative a quelle già in essere che, nel rispetto delle condizioni di sicurezza degli utenti e degli addetti, ne assicurino la percorrenza in tempi adeguati , garantendo così la reale operatività di una arteria così strategica per il sistema infrastrutturale ed economico italiano.
Una richiesta che, peraltro, è stata fatta propria da un appello, indirizzato al Presidente del Consiglio ed ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, che abbiamo sottoscritto assieme alle Camere di Commercio della Romagna, di Ravenna e di Perugia.
“Per anni – sottolinea il Segretario Generale dell’Ente Giuseppe Salvini– abbiamo evidenziato come la qualificazione della SGC E 45 ed il completamento della SGC E78 fossero fondamentali non solo per le 83.000 imprese che sono operanti nel territorio del nostro Ente camerale o per quelle dei territori limitrofi ma più in generale per l’intero Paese. Si tratta infatti di infrastrutture fondamentali per colmare il gap endemico che interessa il sistema viario nazionale.
Quello cioè del collegamento trasversale tra le principali arterie autostradali che collegano il Nord ( e l’Europa) con il Sud Italia.
” La SGC Orte-Ravenna –prosegue Salvini– ha infatti costituito una valida alternativa al collegamento autostradale di direzione nord-sud presente nell’Italia centrale, cioé la A1, consentendo un importante riequilibrio della distribuzione dei traffici sulla direttrice Roma-Firenze-Bologna-Venezia e favorendo la decongestione di importanti nodi urbani, quali ad esempio, Cesena e Perugia.
Il territorio toscano è, come noto, attraversato soltanto da 29 dei 252 Km totali, ma tra i più impegnativi dal punto di vista strutturale con un traffico complessivo annuo superiore ai 10 milioni di transiti.
Insieme alle Camere di Commercio delle quattro regioni interessate, che rappresentano quasi 500.000 imprese, un quinto delle quali afferenti al nuove Ente camerale (a dimostrazione della sua accresciuta capacità di interazione con i vari livelli istituzionale e di maggiore “massa critica”), stiamo seguendo con estrema attenzione la situazione consapevoli di come le variazioni dell’accessibilità dei territori possano avere notevoli ripercussioni economiche in termini di perdita di ricchezza prodotta e di competitività in comparti produttivi strategici a livello nazionale ed europeo”.