Martino Di Tosto, di professione chef, ultras giallorosso facente parte di gruppi di estrema destra, fino al 2018 ha scontato un Daspo di 5 anni, è il primo degli arrestati: rimasto ferito con arma da taglio alle gambe dopo la guerriglia di Badia al Pino, è stato scaricato da un amico, poi allontanatosi, al pronto soccorso dell’ospedale San Donato, dove i sanitari lo hanno medicato, poi lo ha preso in consegna la Polizia. Arrestato, per lui l’accusa è di rissa aggravata. Ne risponderà nel processo per direttissima. A Roma intanto sono stati sottoposti ad arresto altri due ultras di 25 e 39 anni che avrebbero preso parte agli scontri.
Tra gli altri arrestati anche Antonio Marigliano, napoletano, 35 anni, che ha ricevuto una notifica con la “flagranza differita”. Oggi sosterrà l’udienza di convalida davanti ai giudici di Arezzo. Marigliano abita nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Lo assiste l’avvocato Emilio Coppola.
Procede intanto il lavoro della Digos di Arezzo, di concerto con le Questure di Napoli e Roma per identificare le altre persone coinvolte nei tafferugli, attraverso l’utilizzo delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e i video registrati dai poliziotti durante le concitate fasi della guerriglia in A1. Un’ottantina i tifosi napoletani identificati a Genova, dove si erano successivamente recati per vedere la partita, circa 120 le identificazioni tra i romanisti, avvenute anche a Milano.
Come spiega la dott.ssa Maria Luisa Di Lorenzo, Questore di Arezzo,
“sono circa 200 le persone fin qui identificate, grazie alla collaborazione con le Questure di Roma, Napoli, Genova e Milano. Importante l’analisi delle chat nei telefonini“.
Dai messaggi e dalla rete emergerebbero minacce incrociate tra opposti gruppi ultras, per una sorta di appuntamento per la resa dei conti.