Mancata verifica green pass, gestore della piscina di Arezzo sanzionato. A rischio la gestione della struttura
Dopo varie segnalazioni, dopo gli avvertimenti “bonari” di fine agosto, è intervenuta la Polizia Municipale: gli agenti aretini hanno chiesto ad alcuni utenti se all’ingresso fosse stata effettuata la verifica del possesso del green pass, come previsto dalle normative attualmente vigenti, il decreto legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche. Le persone sentite hanno confermato che non c’erano state verifiche e gli agenti hanno verbalizzato. Sanzione minima quella comminata alla Chimera Nuoto di Magara, il rischio era una multa fino a 1.000 euro. Magara si dichiara “fermo nella sua decisione di non voler effettuare controlli sul green pass“, mentre dalle stanze comunali trapela che “questa situazione non può essere ulteriormente tollerata, trattandosi di struttura di proprietà comunale in concessione“. Insomma, avanti così e la Chimera Nuoto rischierebbe non solo una sanzione pecuniaria dietro l’altra ad ogni controllo, ma anche di veder apposti i sigilli alla struttura o di ricevere la revoca della gestione. All’ingresso della struttura comunale, in gestione Chimera Nuoto Arezzo, è stato appeso un volantino: «Il palazzetto del nuoto di Arezzo è aperto a tutte le donne e uomini liberi, senza limitazioni né discriminazioni». «Riteniamo che la piscina sia il luogo più sicuro dove effettuare attività sportiva per il cloro, il distanziamento e l’igienizzazione, confidiamo nel diritto e nel buon senso e ci auguriamo di dare un contributo al ripristino della “normalità”». Lo stesso direttore sportivo Marco Magara, aveva così spiegato la decisione: «Agiamo in base a principi di sicurezza, salute e diritto – dice -, la sicurezza è stata aumentata con l’attuazione dei protocolli; per la salute, siamo tenuti a richiedere esclusivamente il certificato medico; quanto al diritto, deve essere rispettata la gerarchia delle fonti e un decreto non può andare contro leggi di livello superiore, e il Green pass non è una certificazione medica di salute». Una decisione, quella di Magara, palesemente contraria alle attuali direttive del Governo che, a partire dal 6 agosto, impongono la Certificazione verde per l’accesso a numerose attività, compresi gli sport – in questo caso al chiuso – come il nuoto.
Ricordiamo che il decreto prorogava lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021 e individuava attività e ambiti accessibili solo se in possesso di Green pass. A decorrere dal 6 agosto, infatti, è possibile svolgere alcune attività solamente se si è in possesso di:
- certificazioni verdi Covid-19 (Green Pass), comprovanti l’inoculazione almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 o la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 (validità 6 mesi);
- effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore).
Tale documentazione sarà richiesta al fine di poter svolgere ovvero accedere alle seguenti attività o ambiti, a decorrere dal 6 agosto:
- Servizi per la ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per consumo al tavolo al chiuso;
- Spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi;
- Musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre;
- Piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso;
- Sagre e fiere, convegni e congressi;
- Centri termali, parchi tematici e di divertimento;
- Centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione;
- Attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò;
- Concorsi pubblici.