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venerdì | 07-02-2025

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Letizia Girolami, ipotesi bastonate, in carcere un uomo di 37 anni di origini pachistane

Nella serata di sabato 5 ottobre, a Foiano della Chiana, i Carabinieri della Compagnia di Cortona sono stati allertati dai familiari di Letizia Girolami, una donna di 72 anni che non era rientrata a casa come previsto. Immediatamente sono state attivate le ricerche con il supporto dei Vigili del Fuoco di Cortona.

Durante la notte tra sabato e domenica, il corpo senza vita della donna è stato ritrovato in un campo adiacente alla sua abitazione di campagna. Il cadavere presentava evidenti ferite al volto e una profonda ferita alla testa, segno di un possibile atto violento, prodotto da un bastone o altro corpo contundente. Sul posto sono intervenuti il medico legale e la Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Firenze per effettuare i rilievi e accertamenti necessari a chiarire le cause della morte.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cortona, con il supporto del Nucleo Investigativo di Arezzo e sotto la direzione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Arezzo, hanno portato rapidamente all’identificazione di un possibile responsabile: Irfan Rana Mohamed, cittadino di 37 anni di origine pakistana. L’uomo è stato fermato con l’accusa di essere il presunto autore dell’omicidio e avrebbe ammesso le proprie responsabilità durante l’interrogatorio condotto dal procuratore Gianfederica Dito e dal sostituto Angela Masiello.

Il 37enne, accusato di omicidio volontario, nonostante la fine della relazione con la figlia della psicoterapeuta Letizia Girolami e del marito Peter W. Christie, continuava ad abitare nel casolare di Foiano della Chiana e risulta essere senza precedenti.

“Le ricerche – fanno sapere dal Comando Carabinieri – proseguiranno nei prossimi giorni per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’evento e definire con precisione le circostanze che hanno portato alla morte di Letizia Girolami. Il fermato è stato trasferito presso il carcere di Arezzo, in attesa di ulteriori sviluppi.

Si comunica quanto sopra nel rispetto dei diritti delle persone indagate, presunte innocenti fino a prova contraria, e per garantire il diritto di cronaca costituzionalmente tutelato”.

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