Cassazione: confermato l’ergastolo per Jawad Hicham. Uccise compagna e suocera nel 2023

AREZZO — È definitiva la condanna all’ergastolo per Jawad Hicham, autore del duplice efferato omicidio avvenuto nella notte del 13 aprile 2023 ad Arezzo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando integralmente la sentenza di condanna pronunciata in primo e secondo grado.
Hicham era accusato di aver ucciso a coltellate la compagna Sara Ruschi, di 35 anni, e la madre di lei, Brunetta Ridolfi, di 76, nell’abitazione di via Varchi, dove le due donne vivevano. Secondo quanto emerso in aula, il gesto sarebbe stato motivato da ragioni di gelosia e controllo.
All’udienza erano presenti i familiari delle vittime. Tra questi, Anis, il figlio di Sara, che oggi ha 16 anni, ha abbracciato lo zio tra le lacrime, visibilmente commosso dopo la lettura della sentenza. «È finito un incubo – ha dichiarato –. Finalmente giustizia è fatta».
Il duplice omicidio aveva scosso profondamente la comunità aretina per la brutalità dell’azione e per il coinvolgimento di una madre e di una figlia. Quel giorno, Anis riuscì a mettersi in salvo, scappando dall’appartamento e chiedendo aiuto. Nella fuga, si prese cura anche della sorellina più piccola.
Con la pronuncia della Cassazione si chiude una vicenda giudiziaria drammatica, ma allo stesso tempo si conferma un messaggio forte per le vittime di violenza domestica: lo Stato ha fatto giustizia.
Notte di sangue: uccide moglie e suocera, arrestato un uomo di 38 anni – Foto
Una notte tragica
Un clima familiare teso da tempo trasformatosi in tragedia, consumatasi nel cuore della notte il 13 aprile 2023, in un appartamento al terzo piano di una palazzina di via Benedetto Varchi, zona Porta San Lorentino ad Arezzo. Una famiglia multietnica in cui pare che le liti fossero all’ordine del giorno. L’uomo, al culmine dell’ennesimo scontro, impugnò un coltello da cucina con cui sferrò fendenti mortali alla suocera, Bruna Ridolfi, 76 anni, deceduta sul posto. La furia omicida non risparmiò la moglie, Sara Ruschi, 35 anni, colpita da 23 coltellate, come certificato dall’autopsia. La donna venne trasportata all’ospedale San Donato di Arezzo in condizioni disperate, ma le ferite riportate ne provocarono il decesso poche ore dopo, nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita. A dare l’allarme al 118, giunto sul posto con le ambulanze della Croce Bianca di Tegoleto, Misericordia di Subbiano e automedica, uno dei due figli della coppia, di 16 anni. L’altra figlia aveva 2 anni all’epoca dei fatti. Il 38enne uscì di casa entrando in una cabina telefonica, ma gli uomini della Polizia di Arezzo, giunti sul posto, lo arrestarono. In stato confusionale, venne portato in Questura e subito sottoposto ad interrogatorio, nel corso del quale l’uomo confessò il duplice omicidio delle donne.