Articolo 38 legge di bilancio: i risparmiatori esigono chiarezza
che illustrano i criteri attraverso i quali il Governo intende affrontare il tema dei rimborsi/indennizzi ai truffati dalle Banche.
Da allora, sembra di assistere al famoso gioco delle tre carte.
A poche ore dall’approvazione della legge non è dato sapere quale sia il testo definitivo che approderà all’aula del Senato.
Quello che sta accadendo è veramente preoccupante e non permette alle Associazioni di tutela dei Risparmiatori una compiuta valutazione sugli atti del Governo in modo da poter esprimere un giudizio circa la direzione intrapresa.
Dimostra inoltre l’esistenza di una certa confusione poiché a poche ore dalla scadenza dei termini per l’approvazione della Legge di Bilancio, l’Esecutivo non ha ancora individuato una chiara procedura con cui indennizzare le persone tradite dalle Banche e dagli Organi di Vigilanza.
Tutto ciò provoca incertezza e angoscia in tutte quelle persone, soprattutto piccoli risparmiatori, alle quali in campagna elettorale sono state fatte promesse di indennizzo anche totale e che ora stanno aspettando.
Federconsumatori Arezzo ha chiesto da sempre che fosse individuata una procedura semplificata: sia per gli azionisti, i quali dopo il crack delle loro Banche non hanno ricevuto alcun indennizzo se si esclude chi ha aderito all’Offerta Pubblica Transattiva (azionisti Banche Venete); sia per gli obbligazionisti, a prescindere da quanto abbiano già ricevuto con l’indennizzo forfettario o con l’Arbitrato ANAC, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Questa procedura semplificata, per Federconsumatori Arezzo, non dovrà prevedere il ricorso all’arbitro A.C.F. o al Giudice ordinario per dimostrare il misselling da parte delle banche e dovrà fondarsi su un indennizzo il cui valore minimo dovrà essere indicato dal Governo sulla base delle risorse disponibili e fino ad un tetto massimo di 100.000,00 euro.
Federconsumatori Arezzo si attende quindi una norma che contenga procedure semplificate per gli azionisti e per gli obbligazionisti con le quali arrivare agli indennizzi in maniera rapida e con adempimenti snelli. Purtuttavia questa norma deve contenere procedure tali da non entrare in rotta di collisione con le normative Europee ed in particolare con quella sul burden sharing, evitando così il rischio di bocciatura da parte dell’Europa.
Una norma che entrasse in contrasto con le direttive Europee sul bail in correrebbe il rischio di essere bocciata con la conseguenza che andrebbe riscritta. Ciò determinerebbe un inaccettabile ritardo nelle procedure di indennizzo ai risparmiatori e il prolungamento di sofferenze e disagi per chi ha visto svanire i risparmi di una vita a causa delle condotte truffaldine delle Banche fallite.
Spetta quindi alla responsabilità del Legislatore individuare una norma chiara, ineccepibile ed immediatamente applicabile a tutti i risparmiatori traditi sia dalle Banche poi poste in L.C.A. per condotte gestionali irresponsabili e fraudolente ma anche per i mancati controlli degli Organi di Vigilanza quali sono Banca d’Italia e CONSOB.
Ci aspettiamo quindi che il testo definitivo che approderà al Senato con il maxi emendamento più volte annunciato, contenga norme chiare, semplici e immediatamente percorribili, che contengano i criteri generali annunciati in campagna elettorale per un indennizzo agli azionisti e la piena restituzione agli obbligazionisti di quanto prestato alla Banca con la sottoscrizione del PRESTITO obbligazionario azzerato poi coi decreti di risoluzione.