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venerdì | 21-11-2025

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Ambiente

Settimio, Mirco, Enrico e Alessandro: le voci e le storie di chi… “Meglio la montagna”

Settimio e i suoi tre figli, agricoltori e operatori forestali, portano avanti la tradizione familiare e collaborano con il Consorzio di Bonifica nella manutenzione dei corsi d’acqua. Fiorenza, oltre ottant’anni, vive a Carda (Castel Focognano) e continua a gestire un impianto di acquacoltura. Andrea e Alessandro, due giovani innamorati della loro terra, hanno recuperato un antico mulino e si dedicano all’allevamento, alla ricerca genetica delle specie ittiche locali, alla divulgazione ambientale e alla difesa dell’ecosistema montano.

Sono alcune delle storie di chi ha scelto di restare nelle terre alte, diventando voce e testimonianza del convegno “Montagna in prima linea: gestione, conservazione e sfide climatiche” svoltosi giovedì 20 novembre 2025 nel suggestivo Monastero di Camaldoli, a Poppi (AR).

L’iniziativa inaugura la campagna nazionale di sensibilizzazione, promossa da ANBI dedicata alle aree interne e marginali, con l’obiettivo di riportare al centro dell’agenda pubblica le esigenze di territori strategici ma fragili, valorizzando e sostenendo lo sviluppo delle comunità locali e delle reti già esistenti.

Il primo confronto, organizzato in collaborazione con Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, ANBI Toscana e ANBI Emilia Romagna, ha posto l’attenzione sulle terre alte, interessata da fenomeni da invertire: spopolamento, progressiva riduzione dei servizi e scarsità di risorse per la manutenzione e la prevenzione del dissesto, da cui dipende non solo la qualità della vita delle comunità locali, ma anche la sicurezza idraulica del fondovalle. La montagna, infatti, svolge un ruolo determinante nella gestione delle risorse idriche, nella tutela dell’ambiente e nella prevenzione del rischio, assicurando servizi ecosistemici di alto valore.

In questo contesto è stato presentato un case history del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, relativo a un recente intervento di difesa idraulica realizzato nell’area di Camaldoli attraverso l’adozione dell’innovativa metodologia della passeggiata progettante, un vero e proprio laboratorio sul campo, pensato per unire efficacia degli interventi e salvaguardia degli ecosistemi naturali.

Altri esempi virtuosi sono stati illustrati dal Consorzio di Bonifica Volturno e dal Consorzio di Bonifica Parmense.

Il convegno si è articolato, quindi, in due sessioni di approfondimento con rappresentanti delle istituzioni, della ricerca, del mondo economico e sociale.

Il primo panel, incentrato sugli approcci tecnici e scientifici, ha ospitato, tra gli altri, l’intervento della Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno Serena Stefani; di Andrea Gennai, Direttore Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; di Federico Preti, docente Università degli Studi di Firenze che in Casentino ha progettato alcuni preziosi interventi di ingegneria naturalistica.

Il secondo panel si è concentrato sulle politiche e sulla governance delle aree interne con il contributo del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’assessore al bilancio e alla montagna della Regione Emilia Romagna Davide Baruffi; il Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale Gaia Checcucci; Luca Santini, Presidente di Federparchi.

Le conclusioni del Direttore Generale di ANBI Massimo Gargano.

“Le storie di chi ha deciso di restare – afferma Serena Stefani – raccontano il valore umano, ambientale e sociale delle nostre montagne. Investire nelle terre alte significa proteggere l’intero territorio, fondovalle compreso. È qui che si gioca una parte fondamentale della sicurezza idraulica e dell’equilibrio del paesaggio. Difendere la montagna significa sostenere comunità resilienti ma anche garantire equilibrio e tutela lungo tutto il reticolo idrografico”.

Al termine dei lavori si è svolta una visita guidata all’intervento realizzato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, esempio di buona pratica integrata tra difesa idraulica e conservazione ambientale.

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