La mediocrità fatta regina

. Inserito in #madecheseragiona

Personalmente ero contro il taglio dei parlamentari, perché se il problema erano, come qualcuno cianciava, i costi, bastava ridurre le indennità, senza intaccare la rappresentanza che è il capitale inalienabile della politica.

Si è invece ceduto alla demagogia dei tagliatori di teste, riducendo di poco le spese per lo stato ma aumentando di un bel po’ la distanza tra eletti ed elettori. Tuttavia dall’eliminazione di qualche scranno poteva pur venir fuori qualcosa di buono. Un parlamento dai numeri ridotti, 400 deputati e 200 senatori, avrebbe potuto spingere verso una maggiore qualità degli eletti. Invece, grazie a una legge elettorale bastarda, figlia del calcolo e dell’opportunismo e alla parallela decadenza dei partiti a corporazioni feudali, abbiamo liste elettorali mediocri, dove la così detta società civile è un lontano ricordo e che, salvo rare eccezioni, sono ben lontane dal rappresentare la varietà e la ricchezza del nostro paese. Ci ritroveremo non un parlamento di ottimati ma una congerie scadente, costruita su criteri che poco hanno a che vedere col merito e molto col paraculismo. Brutto affare, perché in questi tempi oscuri, dove nessuno sembra possedere il lume della ragione, si richiederebbe, a chi è chiamato a rappresentare la nazione, un ben diverso spessore.

Tags: Parlamento Taglio dei parlamentari

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.