Il "re di Sant'Agostino" rispedito al mittente. Dovrà essere processato ad Arezzo

. Inserito in Cronaca

La Polizia di Stato di Arezzo lo aveva arrestato nel corso di una notte movimentata. L'arresto era stato convalidato e considerato lo stato di clandestinità, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Arezzo gli aveva notificato un decreto prefettizio di espulsione dal territorio nazionale e “sua maestà” venne accompagnato presso il Centro per Rimpatri di Bari Palese in attesa dell’esecuzione della misura.

Ma il giudice di Pace di Bari lo ha rispedito al mittente, ad Arezzo, dove ha commesso i reati e dove dovrà essere processato per competenza territoriale. Il giovane di 19 anni, partecipando alla trasmissione televisiva "Dritto e rovescio" di Paolo Del Debbio su Rete 4 lo scorso maggio, si era autoproclamato “Il re di Sant'Agostino”. Addosso, nel blitz dello scorso 19 novembre, gli agenti guidati dal dirigente Marco Gallorini, gli trovarono 32,49 grammi di hashish (suddivisi in 15 stecche confezionate singolarmente) e 1,37 grammi di cocaina (suddivisa in 6 confezioni termosaldate). La pluralità di sostanze stupefacenti detenute associata alla tipologia di confezionamento ed alla modalità di occultamento, hanno quindi suffragato quanto gli agenti operanti avevano già intuito, ovvero che il “reale” si stesse dedicando ad attività di spaccio. Il soggetto in questione, dopo essere stato fotosegnalato, venne arrestato e trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura, in attesa del processo per direttissima. Considerato lo stato di clandestinità, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Arezzo aveva provveduto a notificargli un decreto prefettizio di espulsione dal territorio nazionale e “sua maestà” venne accompagnato presso il Centro per Rimpatri di Bari Palese in attesa dell’esecuzione della misura. Finché il giudice di pace di Bari, città dove dopo l'arresto il giovane era stato trasferito presso un centro per il rimpatrio, ha deciso, accogliendo l'istanza dell'avvocato Francesca Marolda, di rispedirlo ad Arezzo. La legge prevede infatti che sia possibile la permanenza sul territorio nazionale per il tempo necessario allo svolgimento del processo. Il 19enne è quindi rientrato in città, dove vive con la famiglia, in attesa del processo.

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