Baby gang, Montana spedito per un anno in una comunità terapeutica

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"E' consapevole dei propri errori". Così il giudice del Tribunale di Arezzo ha disposto i domiciliari per un anno in una comunità terapeutica per ‘Montana’, il rapper 20enne, vero nome Walid Rakia, a capo di una baby gang che ha seminato il terrore ad Arezzo tra il 2020 e il 2021.

A causa di un impedimento del giudice del tribunale di Arezzo, l'udienza programmata lo scorso 22 marzo era slittata e rinviata a ieri, 4 aprile. Evidentemente convincente il percorso di ravvedimento avviato in carcere da Walid Rakia, tanto che in aula è arrivata la decisione del presidente del collegio giudicante Elena Pisto, su richiesta dell'avvocato difensore Francesca Arcangeli, disposizione che ha incontrato il parere favorevole anche del pm Julia Maggiore: in attesa che si concluda il processo, in nome proprio della resipiscenza (consapevolezza del proprio errore, per lo più seguita da ravvedimento, ndr) mostrata, il giovane sarà trasferito dal carcere di Prato a una struttura terapeutica nel milanese, dove rimarrà un anno. Durante l’udienza è stato rilevato un errore formale nel capo di imputazione, in base al quale è stata concessa la remissione in termini: l'esito delle udienze resta agli atti, ma si apre la possibilità di richiesta del rito abbreviato. Secondo l’accusa, il trapper, insieme alla baby gang di cui era a capo, si era reso autore di rapine soprattutto a minorenni che venivano avvicinati con i più disparati pretesti e poi, sotto la minaccia di coltelli, bottiglie rotte ed altre armi improprie, venivano rapinati del telefonino e del portafogli. La polizia di Stato di Arezzo, che aveva arrestato Walid Rakia insieme ai colleghi della municipale, aveva messo insieme tutti i video che il giovane postava, mostrandosi con armi e denaro, secondo gli investigatori con il chiaro intento di sottolineare il carattere territoriale della gang. Quella che è stata smantellata, era una vera e propria associazione a delinquere, caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno. Tale associazione si è rivelata estremamente coesa al suo interno, tanto da essere conosciuta come “famiglia Montana”, denominazione che deriva dal nickname “Montana” che alcuni dei sodali utilizzano nei social con chiaro riferimento al personaggio cinematografico Tony Montana del film Scarface.

 

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