Baby gang: Montana torna in aula ad Arezzo, ma l'udienza è rinviata

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Slitta ad aprile la seconda udienza del processo a Walid Rakia, meglio conosciuto come "Montana". Ieri era stato portato in manette alla Vela per il processo che lo vede coinvolto insieme ad altri componenti la baby gang che ha terrorizzato Arezzo nei mesi scorsi.

Il processo

Era tutto pronto per la prosecuzione del processo a carico di "Montana", ma a causa di un impedimento del giudice del tribunale di Arezzo, l'udienza è stata rinviata a martedì 4 aprile, quando saranno ascoltati alcuni ufficiali di polizia giudiziaria.

La prima udienza si era svolta lo scorso 7 marzo, quando in aula un funzionario di polizia ricostruì l'episodio violento avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2021, quando Montana fu fermato dopo che con la baby gang aveva aggredito due giovani e accerchiato gli agenti intervenuti sul posto, tentando anche di disfarsi di droga. 

Francesca Arcangioli, legale del 21 enne "trapper" attualmente detenuto nel carcere di Cremona, si era anche rivolta alla Cassazione chiedendo la ricusazione dei giudici con spostamento della sede processuale, ma l'istanza venne rigettata: i giudici di Arezzo sono stati ritenuti imparziali. 

L'organizzazione smantellata

L'arresto di Montana, recluso nel carcere fiorentino di Sollicciano, successivamente trasferito a Cremona, avvenne il 28 marzo 2022, al culmine di accurate indagini, coordinate dall’Autorità Giudiziaria e condotte dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Municipale, che consentirono di accertare le responsabilità del giovane in relazione ad una serie di rapine su strada, estorsioni, minacce e lesioni aggravate compiute prevalentemente nella zona di Piazza Sant’Agostino, luogo di ritrovo abituale della baby gang, proprio allo scopo di affermare l’egemonia territoriale della banda in quelle precise aree del centro storico.

Lo scorso 24 maggio 2022, la Polizia di Stato, unitamente alla Polizia Municipale di Arezzo e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, eseguì altre 9 misure cautelari (6 custodie in carcere e 3 collocamenti in comunità) emesse dal Tribunale per i Minorenni di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica.

Uno dei componenti la banda, cittadino marocchino da poco divenuto maggiorenne, si è costituito spontaneamente il 9 giugno 2022 presentandosi presso gli Uffici della Questura di Arezzo accompagnato dal suo legale di fiducia. Al termine degli atti di rito, il ragazzo è stato tradotto ed associato presso l’istituto Penale Minorile di Benevento. Un altro, scappato in Inghilterra, dopo la fuga oltre manica, al rientro in Italia il 5 luglio 2022, proprio nel giorno del suo compleanno, ha trovato a Ciampino gli agenti della Polizia che lo hanno ammanettato e  tradotto presso l’Istituto Penale per Minorenni di Roma, “Casal del Marmo”.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, Sostituto Procuratore Dr. Filippo Focardi, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Arezzo e dal Nucleo Investigativo della Polizia Municipale, consentirono di ricostruire le responsabilità di 9 minorenni, tutti residenti in Arezzo e di età compresa tra i 16 e i 17 anni, in relazione a episodi violenti quali rapine, aggressioni per futili motivi, minacce aggravate, commesse a volte anche con l’utilizzo di armi improprie (coltelli, tirapugni, colli di bottiglia) avvenute tra il 2021 e il 2022.

Numerosi gli episodi di cui la baby gang deve rispondere, atti di violenza perpetrati nell'arco di almeno due anni ad Arezzo tra piazza Sant'Agostino, il Prato, i portici di via Roma, le scale mobili del parcheggio Pietri. Le accuse per la banda sono di associazione per delinquere, rapina, lesioni, spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. 

La baby gang

Una vera e propria associazione a delinquere, caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno. Tale associazione si è rivelata estremamente coesa al suo interno, tanto da essere conosciuta come “famiglia Montana”, denominazione che deriva dal nickname “Montana” che alcuni dei sodali utilizzano nei social con chiaro riferimento al personaggio cinematografico Tony Montana del film Scarface. Il sodalizio criminale ha evidenziato una precisa organizzazione anche nel condurre le azioni violente avvenute sempre con lo stesso modus operandi: la vittima, spesso sola e minorenne, solitamente veniva avvicinata con un pretesto per poi ritrovarsi improvvisamente accerchiata dal branco che con violenza si impossessava di telefonini, cuffie o portafogli. Nelle azioni violente ogni componente ricopriva un preciso ruolo: c’era chi attirava la vittima con un pretesto, chi materialmente l’aggrediva, mentre gli altri fungevano da “palo” per avvisare circa l’eventuale presenza delle forze di Polizia. A volte le aggressioni scaturivano per futili motivi anche senza la volontà di impossessarsi di qualcosa, ma al solo scopo di dare sfogo alla violenza o semplicemente per affermare la supremazia territoriale della baby gang in alcune parti del centro storico cittadino con particolare riferimento alla zona di Piazza Sant’Agostino. Alcune aggressioni infatti sono state compiute per uno sguardo “sbagliato” o  solo perché il gruppo non “gradiva” la presenza di un ragazzo in Piazza Sant’Agostino, più volte citata nei post diffusi sui social come la loro “fottuta piazza”.  

Anche le analisi dei telefoni sequestrati hanno fornito conferme agli investigatori circa l’attività di spaccio di stupefacenti del gruppo, già accertata dai numerosi servizi di osservazione effettuati; dalla visione di alcune chat è emerso addirittura che era stata organizzata una vera e propria spedizione punitiva verso un clochard con il cane che aveva infastidito la baby gang in Piazza Sant’Agostino, confermando una propensione estremamente violenta del gruppo pronto a vendicare in maniera coesa e compatta l’affronto subito da uno dei sodali. 

Estremamente significativa anche l’analisi dell’attività della baby gang sui social, con la pubblicazione di post in cui si ritraggono travisati, vestiti di nero, con armi e con l’immancabile dicitura 52100 (Codice Postale di Arezzo) ad indicare il territorio di pertinenza della banda.

 

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